domenica 4 gennaio 2015

52 escursioni in montagna con partenza da Milano in treno


TRAINTREK: PERCHE'
Il treno permette di raggiungere un numero inimmaginabile di stazioni da cui hanno origine sentieri che percorrono capillarmente Alpi, Prealpi e Appennini, tuttalpiù aggiungendo brevi tratti in autobus o funivia. Viaggiare in treno è un modo rilassante per iniziare una gita, utilizzando il treno si evitano emissioni di CO2 nell'aria, non esiste il problema del parcheggio o delle code al rientro in città. In alcuni casi il treno consente di iniziare l'escursione da una località e finirla in un'altra. In treno si può leggere, conversare e conoscere occasionali compagni di viaggio con i quali eventualmente condividere la gita stessa.

QUANDO
Le 52 escursioni sono state "calendarizzate" una per ogni fine settimana dell'anno e numerate da gennaio a dicembre seguendo una logica stagionale, tenendo conto, per quanto possibile, del clima stagionale e in particolare del possibile innevamento.  
Il calendario delle escursioni è perenne, ciò vuol dire che salvo eventi eccezionali le gite sono effettuate il sabato e/o la domenica (a seconda del tempo e dei servizi di trasporto) di ogni settimana dell'anno a partire dal 1° week-end di gennaio fino all'ultimo di dicembre, il 52°. Pertanto il catalogo propone 52 gite, da svolgersi nel corso di un anno solare, numerate da 1 a 52, la cui corrispondenza con la data è verificata di volta in volta sul calendario dell'anno in corso. In caso di maltempo nel week-end si recupera la gita persa nel primo giorno festivo infrasettimanale. 

PER CHI
L'obiettivo principale è di promuovere la conoscenza e la fruizione del territorio montano accessibile da Milano presso una platea di persone la più vasta possibile, intendendo con questo anche gente che, pur amante della natura, non conosce o non ha l'abitudine di frequentare la montagna, gente sportiva ma che è convinta che le escursioni in montagna siano particolarmente faticose. 
Il calendario delle 52 escursioni è stato pensato anche per favorire l'incontro di escursionisti che si ritroverebbero a condividere la stessa gita nello stesso giorno creando così una sorta di social network di camminatori non organizzati.
Le escursioni sono pensate principalmente per utenti milanesi poichè è dal capoluogo lombardo che hanno origine tutte le linee ferroviarie, prese in considerazione.

DOVE
Le provincie nelle quali si sviluppano gli itinerari sono quelle montane della Lombardia con l'aggiunta di alcune altre nelle regioni limitrofe: Ticino (CH), Piemonte, Liguria.
Mete a quote basse su versanti assolati in inverno-primavera, cime oltre i 1.000 metri in estate-autunno. Sono escluse camminate in ambienti innevati, che comportano esperienza e un'attrezzatura specifica.

COME
Le escursioni, salvo alcune vie segnalate, sono alla portata di tutti dal punto di vista delle difficoltà tecniche: è comunque necessario un minimo di allenamento e una buona dose di volontà per raggiungere la meta. La maggior parte delle escursioni prevede tempi di percorrenza totali dalle 4,30 alle 5 ore calcolati su un passo tranquillo ma costante. La sosta per il consumo del pasto e il riposo, non è compresa.
Molte delle escursioni proposte prevedono anche delle mete intermedie. L'uso dei mezzi pubblici consente di compiere delle traversate, cioè partire da un posto e terminare l'escursione in un altro; in ogni caso quasi mai il sentiero dell'andata è lo stesso di quello del ritorno. Per alcuni noiosi attraversamenti dei centri abitati dalle stazioni all'attacco dei sentieri e viceversa, non si esclude l'autostop.

INFORMAZIONI GENERALI
- Le descrizioni delle escursioni sono piuttosto sintetiche perché sia internet che le librerie offrono un’ampia gamma di guide, racconti, informazioni, spiegazioni, fotografie di quanto qui pubblicato sotto forma di breve catalogo.  Sta eventualmente al singolo escursionista approfondire gli aspetti geologici, botanici, storici, architettonici degli ambienti attraversati secondo i suoi particolari interessi.
- Sono proposti orari di partenza 'umani' sapendo bene che un ostacolo a frequentare la montagna sta nell'idea che si debbano fare levatacce nei giorni festivi in cui s'indugerebbe volentieri a letto. Anche partendo da Milano attorno alle h 8.30, nella peggiore dell'ipotesi, si consuma il pasto (al sacco o presso i rifugi) verso le h 13, così da avere un paio d'ore per riposare, godersi il panorama, prendere il sole, dormire, giocare, cantare, fotografare, esplorare, contemplare, leggere, chiacchierare, ecc. Il rientro in città è sempre previsto per l'ora di cena.
- Nella TABELLA A sono indicati gli orari di partenza utili dalle tre stazioni ferroviarie principali di Milano: Garibaldi, Centrale, Cadorna. Ulteriori fermate intermedie sono da verificare. Quasi tutti i treni segnalati sono 'regionali', solo per le mete più distanti sono previsti 'intercity' o simili.
- I treni regionali prevedono sconti per comitive, anziani, bambini, ecc. Un biglietto giornaliero cumulativo, acquistabile anche nei mezzanini del metro, costa euro 15,80 ed è valido su tutti i mezzi pubblici della regione (tram, metro, bus, funivie e funicolari, battelli del lago d'Iseo). Per alcune delle gite proposte è molto vantaggioso.
- Gli orari ferroviari esposti nella TABELLA A potrebbero subire delle variazioni, in particolare tra il sabato e la domenica: meglio controllare utilizzando i link delle Ferrovie.

- Gli orari degli altri mezzi non sono indicati perchè soggetti a possibili modifiche. Al momento in cui scriviamo, siamo al corrente del funzionamento delle corse che interessano le escursioni in catalogo. Sono segnalati i servizi che non si effettuano la domenica.
Controllare sempre sui siti web o ai n° telefonici delle società di trasporto qui riportati.
- Alcune escursioni sono consigliate o previste solo per il sabato per la maggior frequenza di mezzi o perchè non ci sono corse la domenica o i giorni festivi.
- Gli orari di ritorno non sono segnalati perchè generalmente gli ultimi treni per Milano sono compatibili con il termine delle escursioni, non altrettanto si può dire dei bus i cui orari bisogna sempre controllare.

ELENCO delle 52 ESCURSIONI

1 Abbadia Lariana – Lierna
2 Varzi - Monte Crocetta
3 Melide – Alpe Vicania
4 Sulzano – Monteisola
5 Carenno – Colle di Sogno
6 Olgiate Molgora – S. Genesio
7 Varzi – Oravala
8 Canzo - Cornizzolo - Civate
9 Melide - S. Salvatore
10 Lierna – Varenna
11 Portofino - Monte di Portofino - Camogli
12 Carenno – Erve
13 Campo dei Fiori – Forte d'Orino
14 Cadenabbia – Sasso S. Martino
15 Lecco – Monte Barro
16 Laveno – Sasso del Ferro
17 Abbadia Lariana – Valle del Monastero
18 Varenna- S. Pietro – Lierna
19 Sorisole -Canto Alto
20 Porto Ceresio – S. Giorgio – Capolago
21 Novate Mezzola – Codera
22 Lecco – Piani d'Erna – Carenno
23 Mandello – Alpe Di Era
24 Colle del Balisio – Pialeral
25 Lecco – Magnodeno- Erve
26 Capolago- Monte Generoso - Casasco
27 Carenno – Monte Tesoro
28 Canzo – Corni – Valmadrera
29 Finale Ligure- Rocca di Perti
30 Lecco – Resegone
31 Domodossola – Alpe Devero
32 Pigra – Alpe di Colonno - Lenno
33 Alzano L. - Monte Podona - Selvino
34 Torno - Monte Piatto - Civiglio
35 Carenno – Monte Ocone
36 Colle del Balisio – Monte Due Mani- Piani d'Erna
37 Verbania – Monte Orfano
38 Laveno – Pizzoni
39 Plesio – rifugio Menaggio
40 Palanzo – Asso
41 Stresa – Monte Falò
42 Asso - Monte Megna
43 Sestri Levante – Moneglia
44 Monterosso – Framura
45 Varese – Sacromonte – Brinzio
46 Brunate – Bolettone – Faggeto Lario
47 Samolaco – Sorico
48 Nesso – Alpe Colmenacco
49 Lesa –Motta Rossa - Stresa
50 Valmadrera – S. Tomaso
51 Porto Ceresio – Monte Derta
52 Varenna - Dervio

Escursione n.1: Abbadia Lariana - Lierna 
Abbadia L. (LC)
Quota massima m 400.
Dislivello circa m 400.
Treno da Centrale e Garibaldi con cambio a Lecco circa h 1,20.  Dalla stazione bisogna prendere la provinciale in direzione Lecco (a sinistra) per circa 400 m fino alla chiesa di S. Martino dove un segnavia indica la scala di cemento che poi diventa sentiero in alcuni tratti acciottolato, il sentiero supera la ferrovia per immettersi in una strada asfaltata che conduce alla frazione di Borbino, si attraversa l’abitato zigzagando tra vicoli e ortaglie dopo di che la mulattiera prosegue tra prati, vigneti e case sparse fino ad un incrocio nei pressi di un’edicola dedicata alla Madonna.  Ora si attraversa un gruppo di case e successivamente la carrozzabile che sale verso Crebbio, lasciatoci alle spalle anche questo piccolo centro si scende lungo la strada passando sotto la superstrada e girando subito a destra si procede per poche centinaia di metri prima d’imboccare sulla sinistra un sentiero che attraversa, in piano, un area aperta in parte coltivata prima d’ inoltrarsi nel bosco dal quale si esce in prossimità della chiesa di S. Giorgio, buon punto di sosta e belvedere sul lago e Mandello.  Ignorando la stradina lastricata che scende a Mandello, si prende la mulattiera sulla destra in leggera salita, si oltrepassa la superstrada proseguendo fino ad incontrare la strada asfaltata che si percorre a sinistra poco più a valle dell’abitato di Maggiana, quindi si ritorna a camminare sul sentiero che con vari saliscendi attraversando terrazzamenti coltivati, prati e lambendo casolari, raggiunge la quota più alta dell’itinerario alla frazione di Rongio.
Da qui si scende, si attraversa il torrente Meria e si risale sul versante sud della valle fino a Sonvico con un breve tratto di strada asfaltata. A questo punto si può raggiungere Lierna con un sentiero alto che passa per il Belvedere, la località Saioli, incrocia la superstrada, attraversa il centro di Sornico dalle belle case in pietra e si congiunge con il sentiero basso a Olcianico. Oppure con un secondo sentiero che si prende scendendo verso Somana per la carrozzabile e imboccando sulla destra il tracciato che sempre in piano corre parallelo alla superstrada ignorando i sentieri che sulla sinistra conducono ad Olcio. Un’ora e un quarto, un ora sono rispettivamente i tempi di percorrenza, il primo ha il tracciato più vario, il secondo è meno faticoso.
Da Olcianico si diramano due strade asfaltate: una più a monte passa dal seminario, l’altra dalla chiesa è forse la via più breve per raggiungere la stazione di Lierna (circa 20’).  L’attraversata si compie in circa h 4, è quasi interamente esposta a ovest e offre ampie vedute sul lago i cui litorali purtroppo in questo tratto sono assai urbanizzati.  Punti di ristoro e acqua nei centri abitati. A Crebbio e a Sonvico hanno origine i sentieri che salgono nella valle del Monastero (Grigna meridionale) e nella valle d’Era (Grigna settentrionale).

Escursione n.2: Monte Crocetta (Fabbrica Curone) 
Voghera (PV)
Treno da Centrale circa h 1
A Voghera bus per Varzi circa 45’, in alternativa bus diretto dalla fermata del metro Famagosta.
Quota massima m 600 / 700
Dislivello circa m 300 / 400.
L’escursione prevede di raggiungere da Varzi la casa del partigiano ‘ Primula Rossa’ sul monte Crocetta e ridiscendere dal versante opposto della montagna (circa h 3). Un’ alternativa più lunga porta fino a Fabbrica Curone superando il crinale che segna il confine tra Lombardia e Piemonte (circa h 4 / 4,30). Questa attraversata non si può fare la domenica in quanto sono sospese le corse di bus per Tortona. (partenza da Fabbrica C.  alle 17.10). 
Dalla fermata del bus nella piazza della fiera di Varzi ritornare sui propri passi per una decina di metri fino al ponte sullo Staffora che si supera proseguendo lungo la strada asfaltata e ignorando i segnavia per Brallo e la via del Sale in direzione sud.  Dopo circa km 2, alle case di Filagni, seguire sulla destra la stradina che sale per circa m 700 in direzione della frazione di Castello; siamo nella zona dei calanchi di Nivione, impressionanti formazioni geologiche che con le loro creste e vallette conferiscono all’ambiente circostante un aspetto lunare.
Prima di entrare nell’abitato di Castello, sulla sinistra un sentiero scollina lievemente in discesa in una boscaglia; sul crinale di fronte si scorge la sagoma della casa-rifugio del partigiano ‘Primula Rossa’. Per raggiungerla prendere al bivio il sentiero di destra, raggiunta la dorsale si scende sul versante opposto per Casa Bertella- Ponte Crenna-Varzi lungo un sentiero boscoso in moderata pendenza. Presso la casa del partigiano c’è una radura ma in realtà non è un posto particolarmente accogliente per sostare, il monte Crocetta è l’altura poco più avanti sulla dorsale in direzione Varzi.  Prendendo al bivio prima citato il ripido e scivoloso sentiero sulla sinistra si giunge in circa 45’ sul crinale, la vista aerea di questo particolare paesaggio svela ancor di più il suo carattere quasi lunare. Quindi il sentiero entra nel bosco diminuisce la pendenza e il fondo diviene compatto, in breve si arriva a una sorta di passo punto di confine tra la regione Lombardia e Piemonte. Qui è possibile trovare qualche spiazzo per una sosta ma la vista ahimè non è molto aperta.
La discesa in val Curone, di cui s’intravvedono i centri abitati, procede quasi interamente nel bosco per un paio d’ore.
Varzi e Fabbrica Curone sono servite da rare corse di bus la mattina dei giorni feriali, Ugualmente Fabbrica C. è collegata a Tortona con bus nei giorni feriali.  Non ci sono rifugi, fonte a Casa Bertella.

Escursione n.3: Alpe Vicania
Melide (Ticino CH)
Treno da Centrale diretto o Garibaldi con cambio a Chiasso circa h 1,15 / 1,50.  Dalla stazione di Melide alla rotonda girare a sinistra dopo 10 m un segnavia giallo indica la direzione a destra lungo una strada asfaltata in salita, dopo 50 m, al bivio, seguire l’indicazione sulla sinistra. Qui ha inizio l’itinerario ad anello che comporta una camminata di circa h 4.
Quota massima m 750.
Dislivello circa m 500.
Il sentiero in un bosco dove non mancano scorci sul lago di Lugano, sale con una pendenza lieve per circa 200 m di quota quindi prosegue in falsopiano fino alla località di Vico Morcote. Qui si aprono varie radure da dove si può ammirare la cima del monte S.Giorgio e Generoso. Tra alcune case sparse che sovrastano il centro abitato, una lunga scalinata incrocia il sentiero e sale notevolmente sulla destra fino a raggiungere una strada asfaltata. Due panchine sono collocate a metà salita in assolati e strategici belvedere. La strada asfaltata, discretamente frequentata nei giorni festivi, porta direttamente al crotto-ristorante dell’Alpe Vicania che si trovano a 1 km dall’innesto del sentiero.  Non fatevi impressionare dalla quantità di gitanti automuniti, alle spalle del ristorante si stendono, fino al crinale, vasti prati in dolce pendenza esposti a sud-ovest con vista aperta sul varesotto, dove si può piacevolmente sostare. Alle spalle la cima boscosa del monte Arbostora.
Il ritorno può essere compiuto seguendo diversi itinerari: 1) tornando sui propri passi si scende al gradevole centro lacuale di Morcote da dove a piedi o in bus si prosegue lungo il lago per Melide o volendo con un battello, nel tardo pomeriggio, si raggiunge la sponda italiana del lago a Porto Ceresio (bus-treno per Milano). 2) proseguendo lungo la carrareccia oltre il ristorante si compie un lungo periplo in piano sul versante occidentale fino al centro di Carona nei cui dintorni sono da segnalare la chiesa della Madonna di Origera e l’orto botanico di S. Grato. 3) risalendo l’alpeggio si scollina a nord-est in un bel bosco di faggi e agrifogli, il sentiero ben tracciato conduce empre a Carona da dove in circa 30’ si giunge a Melide.
L’intero anello si compie in circa h 4 / 4,30.
Acqua sorgiva poco prima dell’abitato di Vico Morcote.
N.B.: Non dimenticare carta d’identità e franchi svizzeri.

Escursione n. 4:  Monte Isola
Sulzano (BS)
Treno da Centrale con cambio a Brescia per Breno-Edolo circa h 2.  Dalla stazione ferroviaria di Sulzano in pochi minuti si raggiunge l’ imbarcadero da cui partono i frequenti battelli per il porticciolo di Peschiera, Monte Isola (5’).  Quota massima m 600.
Dislivello m 430.
Dall’imbarcadero di Peschiera, grazioso villaggio lacustre, si percorrono a sinistra un centinaio di metri sul lungolago fino all’ufficio turistico dove dei segnavia in legno indicano la direzione per la vetta di Monte Isola, su cui sorge il santuario della Madonna della Ceriola, e per gli altri borghi sparsi sul versante occidentale.  L’isola, la più grande isola lacustre europea, si presenta come uno sperone con strapiombi sul versante est e dolci declivi con prati e uliveti sul versante ovest. La tipica flora mediterranea fa capolino nelle zone boschive alternandosi a boschi di querce e di castagni.
L’isola è percorsa da alcune strade asfaltate dove non è consentita la circolazione di mezzi a motore fatto salvo per gli scooter, le auto di servizio e i minibus che collegano, anche di domenica, le varie frazioni. Pertanto camminare lungo le strade asfaltate non mette a repentaglio la propria incolumità.
L’itinerario proposto, quasi sempre lastricato, comporta la salita alla cima e un ampio anello che riporta sul lago toccando alcuni centri abitati, il tutto si compie in circa h 4,30 / 5.
Dunque, dal segnavia di Peschiera si attraversa l’ abitato lungo una scalinata che raggiunge la strada asfaltata sovrastante per Senzano, la si percorre per pochi metri fino ad incontrare sulla destra i segnavia per la vetta dell’isola.  La pendenza è dolce e il sentiero soleggiato sebbene per una buona metà nel bosco; all’altezza dell’abitato di Cure si può seguire l’itinerario che piega decisamente a destra oppure attraversare la frazione e arrivare alla meta da nord. In circa 20’ / 30’ si è in vetta, il paesaggio circostante è stupendo la vista spazia sul lago e sulle prealpi bresciane e bergamasche.
Il santuario costruito nel XIII secolo è stato rimaneggiato nel ‘700 e ‘800, l’area di pertinenza è protetta da un muretto all’interno del quale è possibile sostare ma non consumare cibo. Per questo sono a disposizione un paio di tavoli nell’area antistante e un “ baretto” aperto tutti i giorni.
Scendendo sul versante nord si percorre una breve ‘via sacra’ quindi si prosegue in direzione Masse tra boschi e prati seguendo i segnavia in legno.  L’abitato di Masse dalle belle case di pietra, si affaccia su un ampia terrazza naturale rivolta a nord-ovest, da qui si procede sempre in discesa lungo un sentiero tra bei muretti a secco in direzione Siviano ( 265 m) sede comunale di Monte Isola. Lasciata la sontuosa parrocchiale si prende sulla sinistra la stradina pedonale che risale fino ad incrociare la strada asfaltata Masse Senzano, in circa 15’ si raggiunge l’ abitato dove scendendo verso Sighignano s’ incontra sulla sinistra un sentiero pavimentato che porta direttamente a Menzino. Qui un percorso naturalistico nel bosco compie un anello che tocca la rocca Martinengo accanto alla quale c’è un prato attrezzato con tavoli per pic- nic. Da Menzino la strada costiera tocca la frazione di Sensole ( imbarco per Iseo e Sulzano ) e continuando per circa 2 km si giunge a Peschiera offrendo suggestivi scorci sul lago d’Iseo.
Sono possibili, ma meno interessanti, varianti all’itinerario proposto ( per esempio il periplo dell’isola ).
Un’utile mappa è fornita alla biglietteria dell’imbarcadero di Sulzano.  Volendo concedersi un breve giro sul lago è possibile imbarcarsi per Iseo e lì prendere il treno per Brescia.
 
Escursione n. 5:  Colle di Sogno
Calolziocorte (LC)
Treno da Garibaldi circa 50’.
Alle spalle della stazione FS, bus per Sopracornola-Carenno, circa 30’.
In assenza dell’autobus sentiero per Lorentino – Sopracornola.
Quota massima m 950.
Dislivello m 350.
Si attraversa la frazione di Sopracornola seguendo sulla sinistra il vicolo che in leggera salita segue la curva della montagna in direzione sud-est. Prima di lasciare le ultime case e inoltrarsi nel bosco uno sguardo verso nord svela uno dei più bei panorami delle prealpi: i laghi di Olginate, Garlate, il ramo di Lecco fino ad Abbadia e le bastionate del Resegone, Grigna, Barro e Moregallo, a sud-est la valle dell’Adda che si apre verso la pianura padana.
Il sentiero sale con pendenza media nel bosco fino a un’ edicola, qui si procede sulla sinistra su una carrareccia in leggera salita, si ignori una sterrata che scende sulla destra in direzione Torre de’ Busi per prendere la successiva dopo poche decine di metri.  Attenzione, proseguendo la strada compie una curva sulla sinistra che scende verso Carenno.
La sterrata in falsopiano è ora esposta a sud e offre begli scorci sulla valle sottostante; dopo circa 30’ alcune case precedono l’innesto sulla strada asfaltata, a sinistra sale a Colle di Sogno a destra scende a Sogno.
Una decina di metri sulla sinistra un segnale blu indica il sentiero che sale nel bosco direttamente a Colle di Sogno, viceversa scendendo sulla destra si perdono circa 100 metri di quota fino ad incontrare sulla sinistra dopo circa 700 m un sentiero che passa davanti ad una casa rosa e che lasciate le ultime case di Sogno sale decisamente tra radi boschetti e prati soleggiati fino a Colle di Sogno. Il caratteristico e panoramico borgo di Colle di Sogno è allungato su un crinale che si affaccia, a nord, sulla valle S. Martino e a sud sull’ Albenza e Valcava.
Si può sostare sui prati lungo le falde del monte Tesoro o nel bar trattoria sempre aperto (tel. 0341610021-035788108).
A fianco del bar un sentiero pavimentato scende direttamente a Carenno lungo il boscoso versante nord.
Tralasciando questo sentiero e proseguendo tra le case sul crinale in direzione ovest s’ imbocca un sentiero che prima in piano poi in leggera salita conduce a Carenno via Boccio compiendo un ampio arco sul versante occidentale della montagna. Dunque, lasciate le ultime case, s’incontra una fonte e poco dopo un bivio, il sentiero a destra prosegue nel bosco fino ai prati di Cà D’Assa, piccolo gioiello d’architettura rurale da dove il panorama, nelle giornate limpide, spazia dagli Appennini alle Alpi Ticinesi. Si continua lungo una strada forestale facendo attenzione a non perdere il sentiero che tagliando conduce velocemente al Boccio Alto. Al di là dell’ultimo pezzo di strada asfaltata si scende per un tracciato che attraversa l’abitato del Boccio e poi sulla destra, a fianco della strada, prosegue nel bosco fino alla v. Pertus che, percorsa interamente, conduce alla fermata del bus di p.zza Carale a Carenno.  L’itinerario ad anello può essere effettuato nei due sensi e si compie in circa h 4,30.

Escursione n. 6:  San Genesio
Olgiate Molgora (MB)
Treno da Garibaldi, 40’.
Quota massima m 870.
Dislivello m 550.
Trovare l’origine del sentiero è un po’ complicato, quindi fate attenzione: costeggiare la ferrovia fino alla frazione di Ocellera da qui parte una mulattiera per le case di Monastirolo dove s’incrocia il sentiero n° 2 proveniente da Mondonico e diretto a Crosaccia. Questo itinerario esposto a sud benchè quasi interamente nel bosco è più panoramico e soleggiato del sentiero n° 1 che da Mondonico punta direttamente a Campsirago lungo una bella carrareccia acciottolata ma chiusa in una fredda valletta.  La salita si percorre su un sentiero di media pendenza dal fondo compatto fino alla località Crosaccia a circa 830 m. Da qui si procede in falsopiano sul crinale sfiorando il caratteristico abitato di Campsirago (bar-ristoro) quindi si sale nuovamente fino al monastero di S. Genesio (circa h 2,20’).
Il monastero, attualmente in fase di restauro, è preceduto da un ampio prato esposto a est, questo è l’ unico posto aperto e panoramico dove sostare a meno che non ci si voglia servire del bar ristoro che si trova in un boschetto di conifere nel piazzale antistante l’ ingresso del monastero, oltre, l’ itinerario procede sulla dorsale in un bosco con rari scorci sulla Brianza, sulla valle dell’ Adda e sulla Valsassina.  Da S. Genesio in circa 40’ si giunge alla cima del monte Crocione un brutto posto affollato di antenne e quant’altro, da qui il sentiero n° 1 procede per Galbiate mentre il n° 10 scende decisamente sulla sinistra in direzione Oggiono. Il tracciato ora con una pendenza più dolce aggira sulla destra la montagna fino a raggiungere la ridente valletta di Figina caratterizzata da un interessante insediamento agricolo purtroppo semiabbandonato, da qui bisogna attraversare i bei prati aggirando la collina sulla sinistra in direzione ovest (bella vista sulla brianza e prealpi). Un segnavia bianco-rosso poco visibile indica l’ imbocco del sentiero che in questo punto scende abbastanza ripidamente nel bosco, si procede superando la strada asfaltata fino ad un bivio dove il sentiero, sulla destra, più largo e in piano, piega decisamente a nord. In pochi minuti di cammino si avvistano le prime case di Ello, si supera l’ abitato lungo vicoli e scale per ritrovarsi nuovamente in campagna. La cittadina di Oggiono è ormai prossima ma la stazione FS ancora lontana circa km 1 dal centro storico.
Treni per Milano via Carate o via Lecco.
Da S. Genesio altri sentieri offrono alternative per il ritorno.  L’ attraversata che inizia a Olgiate Molgora tocca la cima di S. Genesio e prosegue fino ad Oggiono (circa h 5,30).

Escursione n. 7:  Oravala
Voghera (PV)
Treno da Centrale h 1
Uscendo dalla stazione ferroviaria a sinistra fermata bus per Varzi (circa 45’). In alternativa bus Milano -Varzi dalla stazione metro Famagosta.  Quota massima m 800 circa.
Dislivello m 450 circa.
L’escursione compie un anello, con partenza e arrivo a Varzi, che si percorre in circa h 4,30.
Dal capolinea del bus nella piazza della fiera di Varzi proseguire sulla stessa strada che a 100 m curva a 90° a sinistra per incrociare poco più avanti la statale del Brallo, la s’imbocca sulla destra e subito a sinistra si prende la stradina a fianco del tabaccaio che dopo poche decine di metri diventa sterrata.
La carrareccia sale dolcemente in un ameno paesaggio collinare tra prati e boschetti esposti a sud-est. In poco più di h 1 si arriva all’abitato di Pietragavina, antico borgo sormontato da un castello che domina la valle sottostante e la catena degli Appennini.  Lasciate le ultime case ci si dirige, inoltrandosi nel bosco, in direzione nord, al campo sportivo superato il quale dopo alcune centinaia di metri di comoda carrareccia in piano, si giunge a un bivio. Qui tenere la sinistra e proseguire prima in leggera salita e quindi in discesa fino ad incontrare il sentiero che proviene dalla frazione di Rosara, Ora si continua in falsopiano sulla destra, sempre nel bosco ma con ampi scorci sul castello di Oravala che si riconosce facilmente al di là della valletta.  Il sentiero sbocca sulla strada asfaltata, attraversandola si risale lungo un vicolo fino alla piazzetta erbosa prospiciente l’ingresso del castello, edificato nel X secolo, un tempo proprietà della famiglia Malaspina.
A parte un’ area pic-nic ombreggiata nei pressi del campo di calcio di Pietragavina non ci sono punti di sosta soleggiati particolarmente confortevoli né fonti d’ acqua potabile. L’itinerario è sprovvisto di segnavia. Da Oravala la discesa a Varzi è più diretta e veloce. Il tracciato principale della carrareccia che da Pietragavina segue il crinale boscoso della montagna, a un certo punto indicato con ‘sentiero dell’aquila’, conduce in un paio d’ore a Valverde uno dei più bei paesaggi degli Appennini dominato dai resti della rocca di S. . Nei giorni feriali c’è un bus alle 15,45 diretto a Ponte Nizza-Varzi. 

Escursione n. 8: Cornizzolo
Canzo (CO)
Treno da Cadorna h 1,20
Dalla stazione circa 20’ fino alla località Gajum da cui in h 2/ 2,30 circa si raggiunge la
meta
Quota massima m 1.240.
Dislivello 840.
Dalla stazione ferroviaria si oltrepassa la statale e seguendo le strade in salita si attraversa l’ abitato fino al ponte sul torrente Ravello, si procede sulla destra fino ad imboccare un sentiero (n°3) che presto si rivelerà ripido e in cattive condizioni. .  La salita si effettua costantemente sul versante settentrionale della montagna. Usciti dal bosco, dopo un breve traverso, si procede su un crinale piuttosto esposto fino a raggiungere la cima da cui lo sguardo spazia a 360° su pianura , prealpi, laghi briantei e Alpi.
La vetta è circondata da prati che consentono di sostare e godersi il panorama, all’ occorrenza a 5’ / 10’, alla base della cima, c’è il rifugio Consigliere Marisa (tel.  3334596836-0341551383 www.escursionisticivatesi.it).  La cima è raggiungibile, provenienti da Canzo, da altri sentieri (n°6 e n°7) meno diretti ma meglio tracciati per i quali è necessario superare la località Gajum e dirigersi verso S.  Miro e la terz’alpe.
Il ritorno può esse fatto scendendo lungo il sentiero panoramico che attraversa i bei prati rivolti a mezzogiorno fino a Civate.
Da non perdere la visita al bellissimo monastero di S. Pietro che comporta una brevissima deviazione (segnalata) sulla sinistra. Il complesso dall’originale architettura è uno dei più importanti edifici romanici della Lombardia, adagiato in una posizione panoramica tra il bosco e un ampio prato è visitabile nei giorni festivi. Da S.Pietro una bella mulattiera acciottolata attraversa il bosco fino ai prati che precedono le prime case di Civate.  Quindi, lungo e noioso attraversamento dell’ abitato fino alla stazione ferroviaria della linea Lecco – Milano via Molteno.
 
Escursione n. 9:  Monte S. Salvatore
Melide (Ticino CH)
Treno da Centrale e da Garibaldi con cambio a Chiasso h 1,20 / 1,30 circa.
Dalla stazione all’ inizio del sentiero circa 5’ (segnalato) quindi circa h 2 per raggiungere la vetta
Quota massima m 912.
Dislivello m 700.
Bar ristoranti a Carona, Ciona e sulla vetta raggiungibile anche in funicolare da Lugano.  Il sentiero attraversa per circa 40’ un bosco esposto a sud -est fino alla località di Carona dove è un po’ difficile orientarsi per trovare il largo sentiero che, in piano, in un fitto bosco e ora sul versante ovest, conduce in circa 20’ al paese di Ciona. Si attraversa l’ abitato in direzione nord e risalendo il ripido pendio boschivo, in circa h 1 si arriva alla sommità del monte. La vetta è molto cementificata: stazione funivia, ristorante, museo, chiesa ma anche attrezzata con panchine in posizione panoramica. Dal tetto della chiesa si può ammirare un panorama incomparabile a 360° su tutto l’ arco alpino e una vista mozzafiato a picco sul lago di Lugano.
Al ritorno, se rimane del tempo, può essere interessante una deviazione al parco botanico di S. Grato nei pressi di Carona.
Non dimenticare carta d’ identità e franchi svizzeri.

Escursione n. 10: Lierna – Varenna
Lierna (LC)
Treno da Centrale e Garibaldi con cambio a Lecco, h 1,15 / 1,40.
Quota massima m 785.
Dislivello m 550 circa.
Dalla stazione FS di Lierna andare in direzione nord, a destra, seguendo i vicoli paralleli alla vecchie statale nella direzione del castello, poco oltre ‘il Crotto’ sulla destra parte un sentiero, in gran parte scalinato, che passa sotto la ferrovia e alla località Ronco si unisce con un sentiero proveniente da Giussana. Da qui si procede a mezzacosta in leggera salita sotto i dirupi del monte Brentalone, sempre sul versante rivolto a occidente, con ampie vedute sul lago di Como.
Quindi il sentiero dopo aver superato un paio di valloni prende quota repentinamente fino alle case di Coira adagiate su un piccolo prato circondato dal bosco. Questo è il punto più alto raggiunto dal sentiero, purtroppo il posto è chiuso e ombreggiato. Per la sosta proseguire fino ad un piccolo spiazzo soleggiato e panoramico più avanti.  La discesa, meno ripida, tocca alcune case, prosegue verso Fiumelatte, oltrepassa il tumultuoso e curioso torrente, che sgorga da grotte carsiche con una spumeggiante cascata, citato nientemeno che da Leonardo da Vinci; continuando il sentiero passa poco sopra al Baluardo, ruderi di fortificazioni cinquecentesche, dove si aprono pittoreschi scorci sul lago e Varenna, alcuni ripidi strappi portano nei pressi del cimitero che si supera fino a raggiungere un pianoro dove, tra ulivi e alcuni cipressi, appaiono le prime case di Vezio.
Il bel borgo, noto per il suo castello e l’incomparabile vista a picco sul lago e su Varenna, si attraversa rapidamente zigzagando tra gli ombrosi vicoli fino a raggiungere la mulattiera che in 15’ / 20’ conduce a Varenna. Una breve passeggiata sul panoramico lungolago è d’obbligo prima di risalire alla stazione ferroviaria.  Se pensate di evitare il passaggio da Vezio, con la relativa salita, un brutto sentiero supera la superstrada per immettersi nella vecchia statale nei pressi di villa Monastero, il primo vicolo sulla sinistra consente di attraversare il centro di Varenna e di costeggiare il lago fino al ‘lido’, consegnandovi scorci tra i più belli del lago di Como.  Non ci sono né fonti né rifugi lungo il percorso.
L’intera attraversata si compie in circa h 4,30 / 5; naturalmente è altresì possibile effettuarla in senso contrario.
Questa escursione è un tratto della storica strada pedonale che collega Abbadia Lariana a Colico conosciuta col nome di ‘sentiero del viandante’.

Escursione n. 11: Monte di Portofino
S. Margherita Ligure (GE)
Treno da Centrale h 2,30 circa.
Di fronte alla stazione c’è un autobus che collega S. Margherita con Portofino in circa 20’.
Quota massima m 500.
Dislivello m 500.
Prima d’iniziare la camminata è d’obbligo fare un giro per Portofino che al di là di ogni retorica resta comunque una perla del Mediterraneo.  Gli itinerari per Camogli sono praticamente tre uno più alto in aree prevalentemente boscose che ha origine risalendo le case alle porte di Portofino via S. Sebastiano-Crocetta-Pietre Strette e che tocca la vetta del monte, un secondo che passa per l’incantevole S. Fruttuoso e prosegue su un versante a volte esposto su rocce a picco sul mare (solo per escursionisti esperti), e un terzo che segue un tracciato intermedio; questi ultimi hanno origine tra le case che s’insinuano nell’entroterra e condividono la parte iniziale e finale del percorso. L’attraversata fino a Camogli dura dalle h 4 alle h 5. Quello qui descritto è l’itinerario intermedio.
Ci si addentra nella valletta sul fondo dell’abitato di Portofino dove una bella mulattiera prende quota tra case sparse, orti e macchia, lasciati gli ultimi insediamenti si giunge a una cappelletta, a sinistra un sentiero porta alla Punta del Grosso a destra si procede verso Base O, la pendenza è lieve si cammina in una esuberante vegetazione avendo sempre il mare sulla sinistra e dirigendosi costantemente in direzione ovest. Tralasciata la deviazione a sinistra per la Cala degli Inglesi si perviene alla cosiddetta Base O, a sinistra il sentiero scende ripido a S. Fruttuoso a destra sale decisamente si superano le deviazioni per Ghidelli e Falciare fino ad incrociare, circa 300 metri più a monte, il sentiero che conduce alla vetta in località Pietre Strette.
In questa zona ombrosa c’è una piccola area per il pic-nic e una fonte.  Da qui, lasciati i boschi che coprono la sommità nord-est della montagna, si procede a sinistra in un lungo falsopiano per il sentiero che taglia il versante sud-ovest in direzione Semaforo Nuovo-S.Rocco-Camogli. Un bivio con l’indicazione Semaforo Nuovo si trova a circa 40’ da Pietre Strette in località Toca, si abbandona quindi il sentiero principale per prendere questa deviazione che in 10’ porta in uno spiazzo aperto che circonda il fabbricato del faro, un ottimo posto dove sostare al sole con uno straordinario panorama sulla riviera di levante.
Ritornati sui propri passi si riprende il sentiero a sinistra che in breve inizierà a scendere in un ambiente boscoso fino a incontrare la diramazione per Batterie-Punta Chiappa e quindi le prime case di S. Rocco dove confluiscono anche gli altri due itinerari. Si attraversa ora il caratteristico borgo e s’imbocca la stradina selciata in buona parte gradinata che porta a Camogli.
Il famoso lungomare con le case dalle facciate colorate lo s’intravvede lungo la discesa ma due passi fino alla chiesa e al vecchio porticciolo sono altamente consigliati. La stazione si trova facilmente poco più in alto del centro storico.  Punti di ristoro nei centri abitati. L’escursione si può effettuare anche in senso opposto.

Escursione n. 12: Carenno – (Corna Camozzera) – Erve
Calolziocorte (LC)
Treno da Garibaldi 50’.
Alle spalle della stazione ferroviaria autobus per Carenno, Erve, ecc. (circa 30’). In assenza di autobus un buon sentiero taglia i tornanti della provinciale fino a Carenno a quota m 630 (circa h1,30).
Quota massima Corna Camozzera m 1.452, Portulena circa m 1.100.
Dislivello m 800- 500.
Dalla fermata del bus in piazza Carale a Carenno imboccare la via Pertus e percorrerla interamente fino alla chiesina dei morti, alla base della scalinata ha origine il sentiero (n° 812) che sale con pendenza moderata nel bosco fino ad una sella erbosa (Pertulena), alla base del Monte Ocone, da cui si scollina nella valle di Erve, (circa h 1,40). A metà salita circa si trova un baitello, raramente aperto, nei pressi del quale è però presente una fonte.  Dalla sella seguire il ‘sentiero dei fiori’ che prosegue inizialmente in falsopiano nel bosco, per poi salire bruscamente fino alla cima rocciosa della Camozzera. E’ questo un sentiero impegnativo, riservato ai più esperti, con vari spettacolari strapiombi e con un’ eccezionale varietà di fioriture primaverili. Il sentiero dei fiori si immette sulla dorsale orobica (n°855) che prosegue in saliscendi fino alla Passata ( punto di sosta panoramico tra la valle di Erve e la valle Imagna con prato, tavolo e, non lontano, fonte), da qui si prosegue in piano fino al rifugio Alpinisti Monzesi h 1,30 / 2.  La discesa, nel bosco per un sentiero sassoso di media pendenza, conduce a Erve (m 560) in circa h 1,30 a meno che le belle pozze del torrente Gallavessa non vi convincano ad un tuffo fuoriprogramma.
L’ alternativa più semplice per raggiungere Erve è scendere lungo il primo sentiero che si stacca alla sinistra del ‘sentiero dei fiori’ e che toccando le case di Nesolio conduce alla meta in circa h 1 / 1,20.
Da Erve autobus per Calolziocorte.
L’ attraversata via Camozzera si compie in circa h 4,30 / 5, per la via più breve in circa h 3 / 3,30.
 
Escursione n. 13:  Campo dei Fiori - Forte d’ Orino
Varese
Treni da Cadorna e Garibaldi circa h 1.
Prendere il bus C la cui fermata si trova tra le due stazioni nei pressi dell’edicola, scendere al capolinea che a seconda delle corse può essere: alla partenza della funicolare per il Sacromonte o direttamente al Sacromonte, raggiungere quindi a monte dell’abitato il bus navetta che fa servizio fino alla pensione Irma (dalla stazione ferroviaria circa h 1,20). Lo stesso percorso lo si può effettuare a piedi o dalla base della via Sacra o dal Sacromonte proseguendo nella direzione del grande albergo, in circa h 1,40.  Quota massima m 1.139.
Dislivello m 800 da Varese, m 300 dalla pensione Irma, dislivello in discesa circa m 900.  Lasciata alle spalle la pensione Irma, seguire la strada principale che sale nel bosco, si oltrepassa la deviazione per l’ osservatorio astronomico e si prosegue nel bosco ora in parte di conifere in direzione ovest su una comoda strada sterrata in piano. Dopo circa 40’ dalla strada si stacca sulla destra un sentiero segnalato che in circa 20’ conduce alla Cima di Mezzo, notevole quanto pericoloso punto panoramico su pianura, prealpi e Alpi. Per una sosta conviene fermarsi al grande prato esposto a sud che sta alla base della cima in quanto il forte è spesso molto affollata.
Per raggiungere il forte di Orino è possibile ritornare sui propri passi e riprendere la strada principale (circa 40’) o proseguire sulla cresta fino a incrociare il percorso principale poco prima dei resti del forte . Il sentiero è stretto ed esposto sugli strapiombi che si affacciano a nord, fare molta attenzione. Evitarlo con pioggia o neve.  I resti del forte sono ben poca cosa ma il luogo offre uno dei più bei panorami della Lombardia, la vista spazia per 270° su pianura, laghi, prealpi, Alpi e nelle giornate limpide anche Appennini.
Il sentiero che conduce a Gavirate ha origini poco sotto il forte e scende quasi in linea retta in un bel bosco, perdendo quota s’incrociano un paio di strade forestali, si proceda sempre cercando di mantenere la linea di massima pendenza , qua e là si notano dei segnavia gialli, ma purtroppo le indicazioni sono piuttosto carenti. La stazione delle FN è alle porte del paese. Prevedere circa h 2 per la discesa.  Non ci sono fonti lungo il percorso. L’attraversata dalla Pensione Irma si compie in circa h 3,30 / 4.

Escursione n. 14:  Sasso S. Martino
Varenna (CO)
Treno da Centrale circa 65’
Quota massima m 862.
Dislivello m 600.
Dalla stazione FS di Varenna – Esino scendere velocemente fino all’imbarcadero (5’) dove alle 9.40 o alle 10.30 ci sono dei battelli per Cadenabbia circa 30’ di attraversata (attenzione il biglietto regionale dei trasporti non è valido sui battelli del lago di Como).  Dal molo di Cadenabbia imboccare il vicolo a destra dell’albergo Britannia e proseguire lungo la scalinata, in prossimità del municipio attraversare la strada asfaltata e prendere per via Franzani e poi a destra via T. Grossi. Superata la chiesa di S. Nabore e Felice ci si inoltra nell’elegante centro storico di Griante alla fine del quale sorge l’oratorio di S.  Rocco. Al termine della v. S. Martino inizia, a destra dopo il ponticello sul torrente Ronconi, la mulattiera acciottolata segnata dalle edicole della via crucis con l’indicazione S. Martino. Lasciate le ultime case del paese si entra in un bosco oltre il quale, al bivio, il sentiero a destra conduce al santuario di S. Martino. La mulattiera attraversa una valletta e poi a mezzacosta, in un ambiente aperto affacciato sul lago di Como, raggiunge la seicentesca chiesa edificata su un poggio da cui si gode un panorama superbo. Siamo a 475 metri a circa un terzo del percorso.
Ritornati sui nostri passi si riprende a destra il sentiero che sale dolcemente lungo un prato, lambendo a valle una cascina, in direzione Forcolette.  Ora la mulattiera con una pendenza media sale a tornanti tra boschi di faggi e betulle incontrando una sorgente poco prima di aggirare il torrione roccioso del Sasso S.  Martino, il tracciato è piuttosto rovinato, si alternano radure e boschetti fino alle case di Forcolette dove si prende la direzione destra passando tra le belle baite e guadagnando poco più a monte la sella.
Attenzione a non procedere sul tracciato che scollina a nord. Il sentiero, inizialmente poco visibile, costeggia il margine destro del prato per poi inoltrarsi nel bosco e con una serie di tornanti raggiungere la vetta. La vista a 360° è impagabile.  In alternativa, per il ritorno, si può procedere dalla sella in direzione nord aggirando il monte e scendere al lago sulla strada regina poco dopo la località Casa Bianca, oppure in direzione opposta dirigersi alle Bocchette di Nava, alle spalle del monte Dossone, e quindi da Nava scendere a Tremezzo per la strada militare.  L’escursione, tra andata e ritorno si compie in circa h 4 / 5. Non ci sono punti di ristoro lungo il percorso.
Da Cadenabbia traghetti per Varenna alle 17.36 e alle 18.05. Altri battelli da Tremezzo.
Autobus per Como.

Escursione n. 15:  Monte Barro
Lecco
Treno da Centrale e Garibaldi rispettivamente 45’ e h 1,10 circa.
Dalla stazione 15’ circa all’attacco del sentiero, quindi circa h 2 / 2,30 alla vetta.
Quota massima m 922.
Dislivello circa m 700.
Dalla stazione ferroviaria scendere lungo la strada pedonale fino al centro città che si oltrepassa in direzione del ponte Azzone Visconti, attraversare la strada statale e una decina di metri sulla sinistra s’ imbocca un vicolo che in breve sale con ampi gradoni acciottolati nel bosco (sentiero n°5). Superato un prato in piano s’ incrocia il sentiero che a sinistra conduce ai resti della chiesa di S.Michele e alla baita-ristoro Pescate (tel.  3317844489) quindi, lambendo Galbiate, sale al Barro da sud:
L’ itinerario più breve prosegue salendo decisamente nel bosco fino ad incontrare una conca prativa, il pian Sciresa (baita-ristoro in direzione Malgrate tel. 0341583520) che si attraversa facendo attenzione a non perdere il sentiero che sale nuovamente nel bosco da cui si esce verso nord poco prima del Sasso della Vecchia (circa h 1). Da qui un sentiero impegnativo ed esposto prosegue ripido a sinistra seguendo i saliscendi della cresta dove è necessario in più punti aiutarsi con le mani, un secondo sentiero alla portata di tutti prosegue in falsopiano aggirando a nord la montagna addentrandosi in una valletta boscosa. A circa 20’ / 30’, poco oltre una sorgente, c’è una scorciatoia che sale ripida fino al crinale dove incontra il sentiero principale (circa 20’) che compie un lungo periplo dello sperone roccioso sovrastante passando dall’eremo- ristorante (0341240525). Gli ultimi 20’ / 30’ sono i più ripidi e panoramici, la vista si apre a ovest sui laghi briantei un piccolo anticipo dello spettacolo di monti e laghi che si ammira volgendo lo sguardo a 360° dalla vetta. La cima del Monte Barro è prevalentemente rocciosa con strapiombi a est e non offre grandi spazi per la sosta.
Per la discesa ci sono varie alternative: oltre ai sentieri citati si può raggiungere la stazione di Sala al Barro passando dall’eremo – ristorante, la stazione di Malgrate scendendo oltre il Salto della Vecchia o con un percorso mal segnalato e abbastanza esposto la stazione di Valmadrera.

Escursione n. 16:  Sasso del Ferro
Laveno (VA)
Treno da Cadorna via Varese e da Garibaldi con cambio a Gallarate h 1,30 circa.  Dalle stazioni FN e FS, rispettivamente, all’ inizio del sentiero 10’/20’, raggiungere il centro nei pressi del lungolago poi seguire per un centinaio di metri i vicoli che sulla destra s’ inerpicano tra le case del paese fin’oltre il municipio, da qui contare h 2 / 2,30 circa alla vetta.
Quota massima m 1.062.
Dislivello m 850 circa.
Bar Ristorante panoramico raggiungibile in cabinovia a 15’ dalla vetta.  La carrareccia in, buona parte pavimentata, molto ripida, prima costeggiando le case alte di Laveno e poi in un rado bosco soleggiato conduce in h 1,20’ alla località di Casera (H2O), quindi,al bivio, prendere il sentiero sulla destra che compie una lunga traversa nel bosco in lieve salita fino alla stazione d’ arrivo della cabinovia, poi varie tracce in forte pendenza portano alla cima dove il panorama è meno aperto che non dal ristorante belvedere della cabinovia ma consente comunque una vista spettacolare a 180° su pianura, prealpi e Alpi. Sulla cima un bel prato in parte ombreggiato, offre ampio spazio per la sosta.
La vetta del Sasso del Ferro è meta di appassionati del deltaplano.
Dalla dorsale nei pressi di Casere un sentiero aggira il monte e scende a Cittiglio.

Escursione n. 17:  Valle del Monastero
Abbadia Lariana (LC)
Treni da Centrale e da Garibaldi con cambio a Lecco.
Dalla stazione FS risalire verso le frazioni di Linzanigo e Crebbio circa 40’, a destra dell’abitato ha inizio il sentiero n°5 che con un percorso anulare sale a Colonghei per poi ridiscendere sul versante opposto della valle in circa h 4,30.  Quota massima m 1.000 circa.
Dislivello m 800.
Il tracciato sale con media pendenza quasi sempre nel bosco; per compiere il giro in senso orario, tenere sempre la sinistra ignorando le indicazioni per la cascata dello Zerbo che si potrà ammirare al ritorno. Si procede sul versante sud della valle del Monastero nella quale ci si addentra prendendo progressivamente quota fino a raggiungere il minuscolo alpeggio di Colonghei, quattro case abbarbicate su una sella assolata, proseguendo per altri 15’ si arriva ad un’ ottima meta per una sosta in posizione panoramica: Villa Comini. Da questo balcone naturale al centro della valle si gode una bella vista sul lago e sui monti del triangolo lariano, alle spalle incombono i rocciosi torrioni della Grigna meridionale.
Si noteranno il sentiero n° 12 per il rifugio Rosalba e il n° 5 che prosegue per i piani dei Resinelli.
Il nostro itinerario prosegue, ritornando sui nostri passi e prendendo a sinistra il sentiero n ° 55 per Campelli che, dopo un traverso, scende piuttosto ripido e sconnesso incrociando in più punti una strada carrozzabile, una scorciatoia praticabile poco sotto il condotto d’acqua taglia il versante nord della valle ed evita il passaggio da Campelli.  Perdendo quota si costeggiano un paio di radure da cui si scorge la falesia rocciosa che dà origine alla cascata. Poco più a valle il tracciato, in falsopiano, piega decisamente a nord e appena oltre il ponticello sul torrente Zerbo, una deviazione segnalata consente, in una decina di minuti, di raggiungere la spettacolare cascata il cui salto d’acqua, di un centinaio di metri, s’incunea in un’ impressionante spaccatura della roccia.  Attraversando nuovamente il ponte, a destra, un sentiero conduce direttamente ad Abbadia mantenendo sempre la sinistra orografica della valle; proseguendo oltre la deviazione per la cascata, si ritorna a Linzinago lungo un bel sentiero che ci offre ancora gli ultimi scorci sul lago.
Fonti d’acqua potabile all’inizio della salita e presso gli alpeggi. Non ci sono rifugi lungo il percorso.

Escursione n. 18:  Varenna – S. Pietro – Lierna
Varenna (LC)
Treno da Centrale h 1.
Quota massima m 992.
Dislivello m 800 circa.
Dalla stazione FS di Varenna-Esino scendere fino alla vecchia strada statale che si percorre per circa m 100 in direzione sud (sinistra). Un segnavia all’inizio di un vicolo, a sinistra, indica la direzione da prendere. La prima tappa è il caratteristico borgo di Vezio che si raggiunge con una comoda mulattiera selciata in circa 20’ / 30’. Interessante il castello che la leggenda intesta alla regina Teodolinda, incomparabile la vista sul lago di Como dal pianoro punteggiato di ulivi e cipressi.
Lasciato l’abitato si attraversa il parcheggio da cui ha origine un sentiero piuttosto ripido e sassoso che segue la dorsale boscosa del monte Fopp. Superato il bosco, il sentiero s’immette in una carrareccia che in piano aggira la montagna fino a raggiungere la località di Ortanella (circa h 2).
Tenendo sempre la destra si passa oltre il ristoro dei cacciatori, si prosegue lasciando a sinistra alcune case sparse e la strada asfaltata per Esino fino ad incontrare un pianoro erboso. Attenzione, non fatevi ingannare da un tracciato che si dirige a ovest in discesa, attraversate il prato per tutta la sua lunghezza e risalite brevemente in direzione della chiesetta tardomedievale di S. Pietro. Qui l’escursione raggiunge la sua quota massima, il luogo è ameno, il paesaggio meraviglioso, un invito alla sosta.  La discesa inizia tra l’alternarsi di alberi e radure cosparse di massi erratici, un centinaio di metri a valle sulla destra un inaspettato pascolo in piano, vero e proprio balcone affacciato sul Lario, offre uno straordinario panorama lontano da gitanti e rumori. Siamo sui prati alti dell’alpe Mezzedo, da qui si entra in un rado bosco che diventa sempre più fitto quando, perdendo rapidamente quota, ci s’incunea in una forra rocciosa e buia dalla strabiliante varietà di essenze. Velocemente e faticosamente a causa dell’impervio e ripido sentiero si arriva alla frazione di Genico, poco dopo il viadotto autostradale , mantenendo una virtuale linea retta tra case sempre più fitte si arriva a Lierna.  L’escursione si compie in circa h 4,30 / 5.
Una fonte lungo la salita e una lungo la discesa, bar ristoro a Ortanella.  L’escursione si può fare anche in senso contrario ma per Lierna bisogna effettuare un cambio di treno a Lecco.
 
Escursione n. 19:  Canto Alto
Sorìsole (BG)
Treno da Centrale e Garibaldi circa h 1
Di fronte alla stazione ferroviaria di Bergamo autobus n° 7B ogni 30’ feriale o da P.ta Nuova autobus n° 9 ogni ora festivo, per il capolinea Sorìsole circa 25’.  Quota massima m 1.145.
Dislivello circa m 700.
Dalla fermata del bus attraversare il paese in direzione della località Pisguì (circa 20’). La sommità del Canto Alto è riconoscibile dalla presenza di una grande croce. Il sentiero, contrassegnato dal n° 220, porta in vetta in circa h 2. Il percorso, addentrandosi in un fitto bosco di latifoglie esposto a sud, compie un ampio arco sulla sinistra fino a raggiungere una sella da dove la vista spazia sulle prealpi orobiche. Un lungo traverso sulla destra attraversa vasti prati fino a raggiungere un zona boschiva che circonda la vetta, da qui un ultimo strappo e in 15’ si arriva in sul Canto Alto. Il panorama a 270° abbraccia montagne e pianura ma purtroppo la cima è deturpata da una gigantesca croce-traliccio con basamento in cemento pertanto, è più gradevole sostare nei prati sottostanti in località Colle d’Anna, poco a monte del rifugio alpino Canto Alto (tel.0354125343 / 3488142601) Dalla sommità parte un sentiero in direzione sud-est (n° 533) che seguendo il crinale conduce fino a Bergamo e dal quale s’ innestano varie deviazioni per Monte di Nese, Sorìsole, Ponte Ranica. Tutte interessanti alternative per il rientro.

Escursione n. 20:  Monte S. Giorgio
Porto Ceresio (VA)
Treno da Garibaldi e Cadorna, fino al completamento della nuova linea ferroviaria, bus navetta di fronte alla stazione FS di Varese, circa h 1,45 Quota 1.080 m.
Dislivello circa m 800.
Dalla stazione treni/bus di P.to Ceresio si attraversa il lungolago fino a piazza Bossi dove s’ incontra il segnavia per Cà del Monte (30’) quindi s’attraversa il confine dirigendosi verso Serpiano per poi raggiungere la vetta in un totale di circa h 2 / 2,30 La salita al Monte S. Giorgio è quasi interamente nel bosco, con una pendenza media, ben segnalata soprattutto nella parte svizzera, un panoramico scorcio sul lago di Lugano si ha all’ingresso della località di Serpiano, raggiungibile anche con auto e funivia dalla Svizzera. Superato non con qualche difficoltà il centro abitato, si rientra nel bosco che salendo si fa più rado, spostandosi lentamente dal versante occidentale a quello nord ovest; un bel prato in parte ombreggiato circonda il rifugio e la piccola chiesa sulla vetta della montagna. Incomparabile vista a picco sul Ceresio, sulla pianura padana e sulla catena alpina.
Il rientro via Riva S: Vitale-Capolago (Ticino, Svizzera) consente di scendere lungo un bel crinale prativo rivolto a sud con vaste vedute sulla pianura, lo si percorre per circa 20’ quindi il sentiero piega decisamente a est ( a sinistra) scendendo ripido nel fitto bosco, in circa h 1,30 si raggiunge il centro di Riva e in 20’ la stazione delle ferrovie svizzere di Capolago dove il veloce ‘Tilo’ in h 1,15 termina la sua corsa alla Centrale, in alternativa treno locale con cambio a Chiasso per Garibaldi.
Non dimenticare carta d’ identità e franchi svizzeri.

Escursione n. 21: Codera - S. Giorgio
Novate Mezzola (SO)
Treno da Centrale con cambio a Colico h 1.45.
Quota massima m 1.000.
Dislivello m 800 circa.
All’ uscita della stazione seguire la statale a sinistra quindi prendere la prima strada a destra e seguirla fino al piccolo parcheggio dove sulla sinistra inizia il sentiero ( circa 20’). Da qui contare h 2 / 2,30 per la salita e circa h 2,30 / 3 per completare il giro scendendo da S. Giorgio.
Il sentiero si incunea su ripidi gradoni nella stretta valle riservando scorci spettacolari, alcuni tratti particolarmente esposti sono ben protetti. Le case di Codera appaiono all’improvviso strette attorno ad una piazzetta a prato e affacciate su un impetuoso torrente che compie vari salti formando spettacolari cascate e pozze d’ acqua verde smeraldo. C’ è un bar trattoria dove rifocillarsi, un fonte dove rifornirsi d’ acqua, ma non c’è molto spazio dove sostare per cui è consigliabile attraversare il torrente e raggiungere il primo gruppo di baite (10’) circondate da un bel prato da cui oltretutto si ha un visione panoramica della valle fino al lago di Novate Mezzola.  Da qui il sentiero procede in falso piano sfiorando a valle il caratteristico insediamento di Cola, ottimo punto di sosta, quindi il percorso si biforca: un itinerario conduce a S.  Giorgio scendendo e poi risalendo la valle, un altro compie un lungo giro in piano costeggiando il pendio della montagna rivolto a ovest per giungere a S. Giorgio dall’alto.  Seguendo quest’ ultimo un’ ulteriore deviazione consente di imboccare il sentiero ‘Trecciolino’ che sempre in piano e in parte in galleria raggiunge la valle dei Ratti. L’ arrivo a S. Giorgio è spettacolare, il borgo, al pari dei precedenti, delizioso sia per l’ architettura che per la posizione affacciata sui laghi e sul Pian di Spagna. Ma attenzione la discesa è ancora tanto lunga e ripida quanto spettacolare.  Quest’ area oltre ai caratteristici insediamenti in pietra, gli unici in Lombardia non raggiunti da strada e perennemente abitati, offre importanti testimonianze d’ ingegneria mineraria attività un tempo alla base dell’ economia della valle.  Anche la flora, godendo di un particolare microclima, presenta una straordinaria varietà di essenze alpine e mediterranee particolarmente apprezzabili con le fioriture primaverili.

Escursione n. 22: Piani d’Erna - Carenno
Lecco
Treno da Centrale o Garibaldi rispettivamente 45’ / h 1,10 circa.  Di fronte alla stazione autobus urbano n° 5 per la funivia (circa 30’), partenze funivia ogni 15’ con un minimo di 5 passeggeri altrimenti ogni 30’.  Quota massima m 1.330.
Dislivello in discesa m 700.
Scendendo dalla stazione d’ arrivo della funivia si raggiunge un incrocio di sentieri ben segnalato, prendere il n° 7 in direzione Passo del Fo’, in circa h 1 di falsopiano tra prati e arbusti salvo un breve strappo finale nel bosco si arriva al Passo del Fo’ poco oltre s’ incontra, scendendo, sulla destra il rifugio CAI di Calolziocorte, ancora 20’ / 30’ a quota m 1.173 si arriva al rifugio Alpinisti Monzesi (tel. 3386698742-0341604895 www.capannamonza.wordpress.com). Proseguendo ora in piano, ignorando il sentiero che a destra scende a Erve, in altri 20’ / 30’ si giunge alla Passata, storico punto di confine tra La Serenissima e il ducato di Milano. Qui un piccolo prato esposto a mezzogiorno con un paio di tavolacci offre un buon punto per la sosta, poco prima a monte del sentiero c’è una sorgente, il panorama si apre sulla valle di Erve e sui laghi briantei, a est lo sguardo spazia sulla valle Imagna. Il percorso fin qui costeggia e segue le pieghe e le asperità del Resegone che incombe 700 metri sopra di noi con le sue caratteristiche cuspidi rocciose. Tre sentieri per diverse vie portano sulla cima dell’ austera montagna.
Attenzione, il sentiero più agevole per il Passo del Pertus-Carenno s’ imbocca sulla sinistra scendendo un ventina di metri in direzione Brumano per poi deviare nel rado bosco sulla destra, il segnavia che indica Pertus e che punta a sud in salita, percorre la dorsale orobica (n° 855) seguendo il su e giù delle creste rocciose e strapiombanti delle Corna Camozzera m 1.452 e del monte Ocone m 1.363, spettacolare quanto lungo e impegnativo. Circa a metà del percorso un rudimentale segnavia indica sulla destra l’ impervio sentiero dei fiori che scende verso Erve – Carenno evitando la salita dell’ Ocone. Pertanto se non si è escursionisti esperti e non si hanno h 2 a disposizione evitate inutili rischi. Dalla Passata in meno di h 1 si arriva al passo del Pertus, il sentiero è in piano con brevi saliscendi in buona parte in rado bosco sempre sul versante orientale che si affaccia sulla valle Imagna. Una volta giunti al Pertus imboccare la strada forestale che a valle della vecchia colonia con pochi tornanti scende rapidamente di quota, all’ altezza del primo gruppo di case che s’ incontrano adagiate su un ampio prato (c. Montebasso) parte sulla destra un sentiero (n° 815) che conduce direttamente a Carenno, proseguendo lungo la forestale, sempre sulla destra un largo sentiero a gradoni (n°817) porta sempre a Carenno via Boccio.
Nella piazza Carale di Carenno fermata autobus per Caloziocorte. L’intera attraversata si compie in h 4 / 4,30.
 
Escursione n. 23:  Alpe di Era
Mandello (LC)
Treni da Centrale e da Garibaldi con cambio a Lecco.
Alcune corse feriali di bus dalla stazione di Lecco per Somana.  Lunga attraversata dalla stazione FS di Mandello seguendo la direzione di Somana, all’altezza della fabbrica Carcano si può seguire il sentiero lungo il torrente che dopo la piccola centrale ENEL sale decisamente a sinistra lungo una ripida gradinata che costeggia il condotto forzato seguire poi la strada asfaltata per Sovico fino alla curva dove sono collocati i segnavia (circa 45’). Il sentiero n° 15 , facile, sale con pendenza media nel bosco, il n° 15B, impegnativo, segue il letto del torrente per poi salire bruscamente fino alla meta.
Quest’ultimo è molto spettacolare benchè a tratti difficoltoso, comunque consigliabile all’andata. Assolutamente da evitare in caso di pioggia, dopo forti precipitazioni o nevicate.
L’intero itinerario si compie in circa h 5 / 5,30.
Quota massima m 1.000 circa.
Dislivello m 800.
Il sentiero n°15B segue per circa h 1 in falsopiano il torrente superandolo con diversi guadi spesso in prossimità di cascate e pozze d’acqua dal colore smeraldo o turchese, con il torrente in piena può essere necessario attraversarlo a piedi nudi. Proseguendo, il sentiero s’inerpica con forti pendenze per superare le quali sono collocate delle catene a cui attaccarsi.
Si percorre una gola spettacolare chiusa tra impressionanti pareti strapiombanti con un’esuberante fioritura primaverile dove le limpidissime piscine naturali sono un continuo invito per un tuffo.
All’alpe Era un gruppo di belle case in pietra e una chiesina sono raccolte attorno a un prato esposto a sud-ovest. Una bella vista si apre sulla valle, sul lago e su un tratto di pianura che si scorge oltre la val Ganna. Alle spalle si erge la mole imponente della Grigna settentrionale.
Il ritorno lungo il sentiero n° 15 è molto più agevole, il fondo è compatto, la pendenza moderata, spesso è esposto sugli strapiombi mozzafiato da cui si scorge il percorso effettuato all’andata. All’imbocco della valle si giunge alla chiesa di S. Maria abbarbicata su una naturale balconata che ci consegna una meravigliosa vista sul lago di Lecco.  Ottimo punto per una sosta e per rifocillarsi nell’annesso baretto.
Da qui in meno di h1 si è a Sovico.
Dall’alpe Era alcuni sentieri portano ai rifugi: Elisa, Brioschi, Bonini, punti base per l’ascensione alle Grigne. Un lungo sentiero percorre il versante della valle esposto a nord fino a Mandello via Rongio, un’ interessante alternativa in caso d’impraticabilità del n° 15B.
Fonti d’acqua potabile all’inizio del n°15B e all’alpe.

Escursione n. 24: Pialeral
Lecco
Treni da Centrale o Garibaldi circa h 1.
Di fronte alla stazione FS autobus diretto in Valsassina, in 20’ fermata al colle Balisio, da qui attraversare la statale, seguire il cartello campeggio e proseguire per la stradina ignorando i cartelli di divieto in pochi minuti s’incrocerà la carrareccia che si seguirà in leggera salita sulla destra (segnavia 31). Da qui si contino circa h 4 tra andata e ritorno.  Quota massima m 1.450.
Dislivello m 750.
Il tracciato sale inizialmente in un bosco chiuso in una angusta valle lungo un largo sterrato,opo circa 40’ si trasforma in una mulattiera che costeggia dei prati . In circa h 1 si giunge ad un bivio dove un segnavia indica le due alternative per raggiungere la Pialeral: a sinistra si compie un giro più lungo e ombreggiato, a destra si sale decisamente a zig zag nel bosco, questa è la via più diretta che in 30’ consente di superare il bosco e affacciarsi sull’alpe Cova. Qui si nota la carrareccia che proviene da Pasturo e che costeggiando la lunga teoria di case in pietra ci porterà fino alla meta in circa 30’.  La Pialeral è un prato attrezzato alle falde della Grigna settentrionale che da qui può essere facilmente raggiunta in un paio d’ore, la sua esposizione a est comporta che anche a primavera avanzata ci possa essere neve.
Il panorama spazia sulle Grigne , il Resegone e le montagne della Valsassina. Dalla Pialeral si può prolungare l’escursione in direzione S. Calimero-rifugio Riva e in direzione opposta ai piani dei Resinelli.
Non ci sono fonti di acqua potabile, il rifugio Antonietta poco a valle è aperto nei giorni festivi e prefestivi (tel. 3383154374-0341955462 www.rifugioantonietta.it).

Escursione n. 25:  Monte Magnodeno
Lecco
Treni da Centrale 50’
Quota massima m 1.240.
Dislivello circa m 700.
Di fronte alla stazione delle FS, al di là della strada, l’autobus della linea n° 5 conduce in 30’ alla stazione della funivia dei piani d’ Erna alle spalle della quale ha origine il sentiero n° 2 per il Campo dei Buoi che da qui prende la numerazione 25° per la cima del Magnodeno.
Dunque dietro al fabbricato della funivia prendere la strada asfaltata che poco dopo un cancello diventa mulattiera. Al termine della rete metallica che costeggia la mulattiera al bivio seguire il sentiero sulla destra che inizialmente in piano e quindi con moderata salita passa a monte le case di Deviscio. Poco oltre s’incrocia il sentiero n° 4 e proseguendo si supera un ponte sul torrente Bione, al successivo bivio tenere la destra e proseguire lungo il tracciato che salendo decisamente nel bosco sbuca a quota 700 al Campo dei Buoi. Esso è un bel pianoro, in parte alberato, sul versante nord del Magnodeno; presso il collegio la Madonnina la domenica dovrebbe essere aperta un’ osteria.
Da qui si prende sulla sinistra una carrareccia che all’altezza di una grande casa incontra un’edicola votiva, si procede in falsopiano seguendo le pieghe di un valloncello fino a pervenire ad un bivio: a sinistra si va in direzione del rifugio Stoppani, a destra al Magnodeno.
Il sentiero prende a salire decisamente compiendo inizialmente un traverso e quindi direttamente per un costone cosparso di betulle fino ad una radura chiamata la Piazza si prosegue sulla destra e percorrendo l’ultimo tratto in cresta si giunge sulla vetta contrassegnata da una croce. Un confortevole rifugio-bivacco, gestito dall’A.N.A. di Maggianico, offre ricovero in caso di maltempo e, saltuariamente alla domenica, del cibo caldo.
Dal Magnodeno i sentieri n° 24 e 11 conducono a Erve e sono un’interessante alternativa per il ritorno.
Inizialmente la pendenza è dolce si attraversano prati, betulle, un faggeto, una sorgente prima di affrontare la parte più ripida del sentiero che sfiora i contrafforti rocciosi del versante sud del Magnodeno, abbassandosi di quota si alternano saliscendi tra boschi e radure fino ad incrociare il sentiero n° 11 che a sinistra sale verso il rifugio Alpinisti monzesi e a destra scende ad Erve percorrendo la stretta valle boscosa della Galavessa sul cui fondo scorre l’omonimo torrente dalle invitanti pozze.  Da Erve un bus porta direttamente alla stazione di Calolziocorte.

Escursione n. 26: Monte Generoso
Capolago (Ticino CH)
Treni da Centrale h 1,20.
Quota massima m 1.700
Dislivello da m 1.400 a m 700 circa.
L’ascesa al Generoso dalla stazione di Capolago è lunga e faticosa, un trenino a cremagliera fa servizio dalla medesima stazione fino alla vetta effettuando due fermate intermedie. Quindi in base al vostro allenamento e alle vostre forze potete decidere dove iniziare l’escursione la cui durata ,comprensiva di discesa, può variare dalle h 4 alle 6.  La salita si svolge su una carrareccia, che poi diviene sentiero, principalmente nel bosco con una esposizione sud-ovest, prendendo quota ci si sposta gradualmente su un crinale erboso che segue grosso modo il confine da sud a nord. La sommità si presenta con declivi di media pendenza verso il versante italiano mentre il versante svizzero risulta ripido e ricoperto di fitte foreste Il monte Generoso è una delle cime più elevate delle montagne che circondano i laghi lombardi e si trova sul confine tra la Svizzera e l’Italia per cui è possibile compiere la discesa dal versante opposto (orientale) in direzione Casasco, Argegno sul lago di Como.  Sulla vetta c’è un ristorante bar, ma soprattutto una delle viste più ampie di tutte le prealpi, ruotando lo sguardo di 360° si abbraccia buona parte dell’arco alpino, i laghi di Lugano e Como fino alla pianura padana.
Il sentiero che scende in territorio italiano in direzione Casasco tocca il rifugio Orimento a quota 1.200 m e poco più a valle il rifugio Giuseppe e Bruno.  Da Casasco l’ultimo autobus per Argegno è alle h 16.20 e non effettua corse la domenica.
Ricordarsi la carta d’identità e i franchi svizzeri.

Escursione n. 27: Monte Tesoro
Calolziocorte (LC)
Treno da Garibaldi circa 50’.
Alle spalle della stazione FS fermata bus per Carenno (circa 30’).
Quota massima m 1.430.
Dislivello m 800.
Scendendo a Carenno alla fermata dei bus di p.zza Carale si prende la via Pertus che si percorre interamente, dove finisce l’asfalto girare a destra oltrepassando un ponticello e imboccare il sentiero sassoso che in circa 30’ conduce alla frazione del Boccio, usciti dal bosco si lascia sulla destra la strada asfaltata e si prosegue tra le case fino a raggiungere la ex trattoria del Boccio Alto da cui la vista sulla valle sottostante e i laghi briantei è notevole.
Appena dopo aver imboccato la strada forestale si prende la mulattiera che, nuovamente nel bosco, sale in direzione Forcella. Al primo incrocio con la medesima strada forestale scendere una ventina di metri a destra e poi riprendere il sentiero che con pendenza moderata sale a sinistra. Attraversare ancora la carrareccia e proseguire nel bosco per un tracciato che compie vari zig zag, usciti dal bosco dopo un lungo rettilineo si passa davanti ad una chiesina che grazie al prato circostante risulta essere anche un buon posto dove sostare. Proseguendo si sfiora sulla destra un gruppo di vecchie case di pietra si ignorino le varie sterrate che tagliano la montagna e si salga lungo il prato puntando decisamente al bar – ristorante Forcella la cui mole incombente emerge dal crinale della montagna.
La località Forcella, come dice la parola stessa, si affaccia sul versante occidentale (Carenno) e su quello orientale (Valle Imagna), un piccolo stagno circondato da prati è meta di pic-nic domenicali soprattutto per gitanti motorizzati che utilizzano la strada che sale dal lato bergamasco.
Seguendo la carrareccia in direzione nord (sinistra) si va verso il Pertus-Monte Ocone, prendendo a destra si segue la strada, dopo circa 200 m diventa un sentiero di media pendenza e ben tracciato che tra radure e boschi in circa 30’ conduce alla vetta del Monte Tesoro. Siamo sulla dorsale Orobica che in direzione sud prosegue per Valcava.  La vetta della montagne è stata brutalmente cementificata da chi pensava che questo fosse il modo migliore per rendere gloria al Signore; oltrepassando la cappella – ristoro si riesce comunque a godere di uno stupendo panorama che abbraccia a 360° pianura, valli, prealpi e laghi. Lo spazio ‘naturale’ sulla cima non è molto ma sufficiente per una sosta.
Per scendere a Colle di Sogno, visibile 500 m più in basso, non resta che seguire il tracciato che tra i prati punta diritto a valle. Il caratteristico borgo di Colle di Sogno consta di due file di case che si affacciano su un vicolo che segue la cresta della montagna. Poco prima del bar-trattoria una mulattiera pavimentata scende decisamente a destra sulle boscose pendici esposte a nord, in meno di un’ora si è di ritorno nella piazza Carale di Carenno.
L’intero percorso si compie in h 4,30 / 5.

Escursione n. 28:  Corni di Canzo
Canzo (CO)
Treno da Cadorna h 1,20.
Dalla stazione circa 20’ fino alla fonte del Gajum da dove ha inizio il sentiero che in h 2/ 2,30 porta rispettivamente al rifugio SEV e alla cima del Corno occidentale.
Quota massima (Corno Occ.) m 1.373
Dislivello m 900
Dalla stazione ferroviaria ci si dirige verso il centro città e attraversata la statale si prosegue in leggera salita in direzione est fino ai margini del centro abitato in località Gajum, qui, ignorando il sentiero per S. Miro, si prosegue lungo la carrareccia lastricata che superato il torrente sale dolcemente sulla sinistra fino alla Prima Alpe, bell’ insediamento rurale in parte riusato come foresteria e area didattica, da qui la strada, ora sterrata, si restringe e in leggera salita conduce fino ad un bivio dove sulla sinistra sale decisamente il sentiero contrassegnato col n° 5. Questo sentiero aggira i Corni da ovest in un’area completamente boscosa fino alla località Pianezzo caratterizzata da vasti prati esposti a nord con una bella vista sul lago di Lecco.
Proseguendo lungo la valle altri tre sentieri si staccano sulla sinistra il n°1 prima della terza alpe e il n° 4 dopo la terz’alpe e un altro ancora dalla Colma di Val Ravella. Tutti e tre salendo sui ripidi pendii rivolti a mezzogiorno scollinano tra le pareti rocciose dei Corni. Questi tracciati si snodano tra arbusti, radure e pitraie.  Ci si può rifocillare al rifugio SEV o sostare sui prati circostanti oppure completare l’escursione arrampicandosi sui Corni anche lungo una via ferrata.  Il ritorno a Canzo può essere fatto utilizzando uno dei sentieri segnalati, oppure, dirigendosi in direzione est oltre il rifugio, è possibile scendere lungo un ripido e spettacolare pendio che tra fitti boschi sfiora i contrafforti rocciosi del Moregallo fino a Valmadrera.
La stazione ferroviaria è dalla parte opposta del centro abitato. Da qui si rientra a Milano Garibaldi col treno Besanino via Molteno o in direzione opposta passando da Lecco si cambia per Milano Garibaldi o Centrale.
 
Escursione n. 29:  Rocca di Perti
Finale Ligure (SV)
Treno da Centrale h 3.
Quota massima m 500
Dislivello m 500
Dalla stazione ferroviaria svoltare a sinistra, passare sotto il viadotto e proseguire sulla strada che collega Finale Marina a Finalborgo (circa 30’). Quest’ultimo è un pittoresco nucleo di case d’origine medievale con pregevoli palazzi sei-settecenteschi e un’atmosfera alquanto diversa da quella che si respira sul litorale. Finalborgo è anche servito da una linee di bus con partenza dalla stazione FS.
Si entra nella borgo murato superando il ponte sul torrente Aquila per la porta Testa il carrugio conduce alla piazza sulla quale si affacciano bar e botteghe, quindi si procede sempre nella stessa direzione, tenendo la sinistra passando a lato di un’altra piazzetta, si imbocca a porta Mezzaluna il vicolo che con una salita dalla media pendenza, superate le ultime case del paese, porta verso il colle del Becchignolo su cui sorge castel S.  Giovanni. L’area è piuttosto aperta prevale una vegetazione bassa per cui è già possibile volgere la sguardo sul borgo sottostante e scorgere il mare in lontananza.  Il castello, oggi restaurato, testimonia la presenza nel 1.600 degli spagnoli che governarono per lunghi anni sul territorio circostante sostituendosi ai marchesi del Carretto signori di Finale.
Da qui la bella strada pavimentata si trasforma ben presto in un sentiero che aggira sulla destra il colle per dirigersi in leggera salita verso una seconda fortificazione posta più a monte nei pressi della località di Perti. Ci si trova nell’entroterra dove i versanti delle montagne sono segnati dalla presenza dell’uomo: terrazzamenti, insediamenti sparsi, colture.
I resti di castel Gavone, purtroppo ancora in stato di abbandono risalgono al XII secolo quando i marchesi del Carretto fecero costruire questo sistema difensivo per controllare dall’interno la costa oggetto di scorribande da parte dei saraceni.  Restando sempre sul versante orientale della montagna si attraversa l’abitato di Perti e lungo la strada asfaltata ci si dirige all’interno della valle che si fa sempre più boscosa e umida fino a raggiungere uno spiazzo-parcheggio. Da qui una carrozzabile prosegue fino a un gruppo di case più a monte, un sentiero scollina immergendosi in un fitto bosco fino alla valle di Calice, un altro sale sul versante nord della Rocca di Perti. .  Il sentiero non è molto frequentato ma non ci si può perdere, con lunghi zig zag prende quota e in circa 30’ raggiunge la sommità del monte che si presenta come un ampio altopiano dalle strapiombanti falesie, a picco sulla valle lungo la quale scorre il torrente Pora, meta di appassionati di free climbing.
Alcune radure consentono di sostare comodamente prima di riprendere il cammino per la discesa che può essere effettuata attraversando il plateau per tutta la sua lunghezza fino ad incontrare sulla destra una carrareccia che scende nella valle di Calice Ligure Raggiunta la strada asfaltata la si deve seguire in direzione del mare (a sinistra) fino ad una carrozzabile che risale a castel Gavone, da qui si segue il sentiero dell’andata.  L’intero anello si percorre in circa h 5 / 5,30. Non ci sono fonti, punti di ristoro nei centri abitati.
La strada che corre lungo il torrente Pora è percorsa dalla linea di autobus che fanno servizio tra Finale e Calice con fermata davanti alla stazione FS.  Prima di riprendere il treno vale la pena fare un giro tra i carrugi del centro di Finale e sul bel lungomare. Se avete guadagnato del tempo utilizzando l’autobus potete fare un bagno nei piccoli tratti di spiaggia libera quasi di fronte alla stazione, o nelle più belle in direzione Varigotti (per es. S. Donato).

Escursione n. 30:  Resegone
Lecco
Treno da Centrale (diretto) o da Garibaldi rispettivamente circa 45’, h 1.  Di fronte alla stazione ferroviaria autobus urbano linea 5 per la funivia dei piani d’ Erna (circa 30’). Le corse della funivia hanno una frequenza ogni 30’ più spesso in caso di comitive.
Quota massima m 1.860.
Dislivello m 600 circa.
Ci sono diverse vie per raggiungere la vetta del Resegone, il sentiero n° 7 / n° 17 è il più facile (h 2 circa). Si scende dalla stazione d’ arrivo della funivia fino ad una sella prativa dove su un palo sono montati alcuni segnavia. Il sentiero n° 7 aggira a nord il massiccio montuoso inizialmente in falsopiano e quindi in leggera salita, si attraversa un bosco di faggi poi, un tratto in discesa fino al passo del Gruf, comporta la perdita di un centinaio di metri di quota. Proseguendo, poco oltre una sorgente il n° 7 s’ immette nel sentiero n° 17 proveniente da Morterone, siamo sul versante orientale, la salita è ancora dolce ma usciti dal bosco la pendenza aumenta, ora il tracciato s’ inerpica a zig zag tra pietraie ed arbusti di ginepro fino alla meta.
Nei pressi della cima il rifugio Azzoni (tel. 3356361803-3384035997 www.rifugioazzoni.it) appollaiato su impressionanti speroni strapiombanti offre ai numerosi escursionisti riparo e piatti caldi tutti i sabati e le domeniche.  Il Resegone, cima storica, che caratterizza profondamente il paesaggio lombardo con la sua bastionata di guglie rocciose, offre altresì un’ incomparabile vista a 360° su pianura, prealpi, laghi e catena alpina.
In alternativa, il sentiero n° 1 taglia il versante occidentale tra prati e pietraie e raggiunge la vetta con un tracciato più diretto che prevede tre passaggi molto esposti quindi è sconsigliato ai non esperti, a chi soffre di vertigini o in caso di acqua o ghiaccio.  Altri itinerari più impegnativi prevedono anche brevi arrampicate.

Escursione n. 31: Alpe Devero
Domodossola (VB)
Treno da Centrale h 1.35.
Quota massima circa m 1.900.
Dislivello circa m 300.
Dalla stazione FS bus per Baceno (30’) poi in coincidenza navetta per il Devero (30’).  L’Alpe Devero assieme alla vicina Alpe Veglia è parte di un parco naturale in ambiente tipicamente alpino. Numerose escursioni e attraversate hanno origine dall’alpe in direzione delle cime e dei punti d’interesse naturalistici circostanti. Molte di queste camminate possono essere effettuate in giornata altre comportano il pernottamento nei rifugi presenti nella zona.
Il periplo del lago del Devero è un escursione alla portata di tutti che comporta una camminata di circa h 3.30 in un paesaggio di rara bellezza.  Il percorso ha origine dal parcheggio prendendo la direzione dell’oratorio e del primo insediamento di baite, superate le quali si sale dolcemente tralasciando il sentiero per i piani di Buscagna per puntare al pianoro antistante, oltrepassato un ponte si lascia sulla destra il sentiero per Cort d’Ardui e più avanti ignorata la strada per Crampiolo si raggiunge la località di Canton dove si trova il rifugio Castiglione (rifugiocai@alpedevero.it tel. 0324619126 0324 62101 3333424904).  Ora il sentiero sale attraversando alpeggi e macchie di conifere fino al pianoro di Crampiolo da dove una deviazione a sinistra conduce in breve al pittoresco laghetto delle Streghe, ritornando sui propri passi si prosegue in direzione di un ponticello che precede il sentiero per la diga.
Costeggiando il lago si raggiunge l’alpeggio di Codelago da dove si prosegue tra radure e boschetti di larici che non impediscono di godere di ampi scorci sul lago sottostante.  Proseguendo in successione s’incontrano il bivio per Pianboglio e per l’Alpe Forno quindi, superato un torrente e seguendo il litorale del lago, il bivio per l’Alpe della Valle e per finire quello per la diga.
Da qui il sentiero scende per toccare nuovamente l’abitato di Crampiolo dalle tipiche abitazioni e fornito anche di alcuni alberghi. Ripercorrendo a ritroso la strada dell’andata si evita la deviazione per il lago delle Streghe mentre è possibile, avendo tempo, passare da Cort d’Ardui prima di ritrovarsi al Devero.
Lungo l’itinerario varie possibilità di punti dove sostare e dove rifocillarsi.

Escursione n. 32: Pigra - Alpe Colonno - Lenno
Como
Treno da Cadorna-Garibaldi-Centrale h 1 circa
10’/20’ rispettivamente dalle stazioni di Como lago e Como S. Giovanni all’ imbarcadero da cui parte il battello per Argegno che è anche possibile raggiungere in autobus.  Dall’imbarcadero di Argegno si nota la stazione della funivia in direzione nord (5’ a piedi), quindi 5’ di funivia per Pigra.
L’ intera attraversata si compie in circa h 4,30.
Quota massima m 1.315.
Dislivello m 600 in salita e 1.000 in discesa.
Dalla stazione della funivia si attraversa il centro di Pigra in direzione dell’ufficio postale, sempre in salita si raggiunge il lavatoio passando dal municipio, quindi a destra lungo via Sociale fino alla ex sede della Società Operaia da dove ha origine la mulattiera per Lomia-Corniga. Il tracciato interamente nel bosco, perde circa m 100 di quota incuneandosi nella Valle della Camoggia. Si cammina a mezzacosta toccando prima la cappella della Madonna del Soccorso quindi l’abitato di Lomia dove nei pressi della baita Rosina c’è un a panca con un tavolo dove riposare, più avanti si raggiungono le case di Serta e poco oltre Corniga di cui sono interessanti la chiesina seicentesca di S. Anna e la fontana.
Siamo a m 770 la mulattiera a sinistra, in parte con fondo in cemento sale con media pendenza tra alberi e radure fino a raggiungere l’Alpe Colonno, proseguendo in discesa si arriva a Colonno sul lago di Como. Ci si può ristorare presso il rifugio omonimo (www.Diska.it/rifalpedicolonno.asp tel. 3802882588) oppure sostare nei vasti prati circostanti.
E’ altresì possibile raggiungere in circa 20’ il rifugio Boffalora seguendo la poco frequentata strada sterrata che segue la dorsale tra prati e boschi di conifere e che offre ampi panorami anche verso la Svizzera. Il rifugio Boffalora è posto su un naturale balcone che si affaccia sul lago di Como ma purtroppo il panorama è un po’ chiuso dalla presenza di alberi.
Dal rifugio Alpe di Colonno un bel sentiero affacciato sul lago scende tra prati fino all’alpe Sala (1.225 m) quindi prosegue in direzione nord sempre sul versante sud-est della montagna. A circa 100 m più a valle s’incrocia, nei pressi di una fontana, il sentiero che conduce a Sala Comacina e successivamente a una quota di circa 970 m ci si congiunge con la mulattiera che scende molto ripida dal rifugio Boffalora fino a Ossuccio-Lenno.
Lungo la parte alta del percorso, purtroppo in larga misura dal fondo in cemento, non mancano bei punti panoramici dove sostare Poco a monte di Ossuccio s’ incontra il Santuario della Madonna del Soccorso da cui parte un’ importante via sacra del sei/settecento le cui ‘stazioni’ sono in via di restauro.  Lenno è collegata a Como con aliscafo o autobus rispettivamente in circa 20’ e h 1, 15.
Escursione n. 33: Monte Podona
Bergamo
Treno da Centrale e Garibaldi rispettivamente 45’ e h 1.
A destra della stazione FS di Bergamo tramvia (circa 30’) per Alzano S.- Albino.
Quota massima m 1.227.
Dislivello m 900 circa in salita, 250 in discesa.
Il monte Podona si raggiunge da Alzano Sopra lasciando la stazione della tramvia e dirigendosi verso l’istituto alberghiero (circa 40’) da qui un bella mulattiera conduce in altri 40’ a Lonno (frazione servita anche da una strada asfaltata). Da Lonno si segue il sentiero contrassegnato col n° 5 ; circa h 1,30 / 2 di salita a volte ripida, sempre nel bosco, porta inizialmente all’anticima sormontata da una croce e, 100 metri oltre, alla vetta del monte Podona.
La cima è assai piccola e non offre molto spazio per la sosta, pochi metri più a valle sul versante ovest c’è un prato più confortevole. La vista, a 360°, spazia dalla pianura alle Orobie, difficile evitare che lo sguardo non cada sulla raccapricciante urbanizzazione di Selvino che si estende alla base della montagna.
Dalla cima si prosegue in cresta fino alle case di Salmeggia un centinaio di metri più a valle, l’ alpeggio è raggiunto da una strada che percorsa in discesa porta in h 1 / 1,30 a Selvino.
Bisogna attraversa tutto l’abitato per arrivare alla funivia le cui frequenti corse in 5’ consentono di scendere ad Albino dove un bus navetta fa servizio con la stazione della tramvia (corse ogni 15’ / 25’ per Bergamo).
L’intera attraversata si compie in circa h 4,30 / 5. Da Salmeggia e Selvino vari sentieri si diramano verso le montagne e valli circostanti, compreso quello che da Selvino scende ad Albino, alcuni sono delle interessanti alternative per il rientro a Bergamo.  Non ci sono fonti d’acqua potabile né rifugi lungo il percorso.

Escursione n. 34 : Monte Piatto - Civiglio
Torno (CO)
Treno da Cadorna, Garibaldi e Centrale circa h 1.
Nei pressi delle stazioni ferroviarie di Como lago e Como S. Giovanni fermata bus per Torno (direzione Bellagio) circa 20’ / 30’.
Quota massima circa m 1.000
Dislivello circa m 750
Dall’ abitato di Torno, uno dei più pittoreschi centri del lago di Como, è ben segnalata una lunga mulattiera acciottolata interamente nel bosco che in circa h 1,20 conduce alla località Monte Piatto in realtà un luogo più simile ad un alpeggio che non ad una cima.  Da qui si gode una bella vista sul lago di Como. Prima di riprendere la salita nel bosco si nota un sentiero che si stacca sulla destra in direzione Brunate (circa h 1,30), una possibile alternativa in caso di brutto tempo in quota. Proseguendo nel bosco lungo un tracciato di media pendenza esposto a nord si raggiunge in circa h 1,30 la dorsale attraversata dal sentiero n° 1 proveniente da Brunate-S. Maurizio seguendo il quale per 15’ sulla sinistra si incontra la baita-trattoria Bonelli con terrazza affacciata sulle colline della Brianza e, più oltre, in direzione del monte Boletto, la baita Fabrizio (altri 15’).  Scendendo verso S. Maurizio, nei pressi della baita Carla (circa 10’), a sinistra un segnavia indica il sentiero che porta a Civiglio.
Il tracciato segue la dorsale esposta a mezzogiorno in un’area prevalentemente boscosa.
Da Civiglio un autobus di linea fa servizio per Como (circa 30’).
Le tre baite segnalate offrono un servizio bar-ristorante in sala o sulla terrazza antistante:
una buona soluzione dove sostare.
L’ intera attraversata si compie in circa h 4.

Escursione n. 35:  Monte Ocone
Calolziocorte (LC)
Treno da Garibaldi 50’
Stazione autobus alle spalle della ferrovia, per Carenno circa 30’. In assenza di autobus c’è un sentiero che porta fino a Carenno (quota m 630) tagliando ripetutamente la strada (circa m 400 di dislivello).
Quota massima metri 1.363.
Dislivello circa m 700.
Lasciata la piazza di Carenno imboccare la v. Pertus per una cinquantina di metri e continuare sempre dritti per il vicolo Sarino che piega a destra trasformandosi in un sentiero quindi subito a sin. si passa da un lavatoio prima d’ inoltrarsi nel bosco. Il sentiero (n° 802) sale più o meno a zig zag, non è ben segnato, ma a parte un breve traverso a destra sale lungo la linea di massima pendenza fino a raggiungere in 40’ delle roccette che si superano abbastanza agevolmente prima di sbucare in un piccolo prato panoramico alla base del monte Spedone. Lo si attraversa sulla sinistra per riprendere il sentiero nel bosco poco dopo si presenta un trivio: ignorare il sentiero a sinistra, quello al centro, poco segnato, sale lungo la dorsale tra prati e betulle in un continuo su e giù fino ad incontrare nei pressi di un roccolo il sentiero principale che è sulla destra e che prosegue nel bosco in moderata salita. Si oltrepassa una sella da cui partono sulla sinistra i sentieri per Erve, Camozzera e rifugio Monzesi per proseguire lungo una strada forestale a destra. Un primo sentiero ripido e mal tracciato è segnalato sulla sinistra dopo circa 15’ / 20’ dalla sella, un secondo parte dal Passo del Pertus sempre sulla sinistra dopo altri 20’ circa di marcia. Da qui la cima del monte Ocone, poco spaziosa ma anche poco frequentata la si raggiunge in 20’ / 30’ circa di dura salita. La vista spazia per 360° su tutte le prealpi, con in primo piano il Resegone, sui laghi e la pianura padana.  Dal Pertus si può scendere con un itinerario diverso a Carenno lungo la strada forestale fino alla cascina Montebasso a poco più di m 1.000 di quota, passando a valle della costruzione si nota un abbeveratoio e il sentiero che porta direttamente in paese, proseguendo lungo la strada forestale si scende per circa 20’ fino a incontrare sulla destra un sentiero a gradoni che scende a Carenno via Boccio.  Dal Pertus è possibile prendere in direzione nord (Passata, rifugio Monzesi) o sud (Monte Tesoro), la dorsale orobica, alta via contrassegnata con il n°801. In direzione sud vari sentieri riportano sempre a Carenno.
Non ci sono nelle vicinanze del Monte Ocone fonti d’acqua potabile né rifugi.

Escursione n. 36: Monte due Mani
Lecco
Treni da Centrale circa 50’
Quota massima m 1.666
Dislivello circa m 900
Di fronte alla stazione FS di Lecco partono i bus per la Valsassina, scendere al colle di Balisio (circa 30’), il sentiero parte alle spalle della Casera Bodega che si trova, un po’ arretrata rispetto la strada, di fronte al distributore di benzina poco prima della fermata del bus.
Il tracciato contrassegnato dal segnavia n° 31 sale nel bosco sul versante esposto a ovest, supera la località Fontanelle e altri rustici sparsi fino a raggiungere il costone erboso che conduce allo Zucco di Desio antecima del monte Due Mani.  Il sentiero è ben tracciato non di meno serve una certa attenzione poiché l’ultimo tratto fino alla vetta si compie in un continuo saliscendi su una cresta piuttosto esposta.  A fianco dell’immancabile croce un bivacco in materiale prefabbricato offre, in caso di maltempo, ricovero per una decina di persone; non c’è servizio ristoro.  Dalla cima si gode un incomparabile panorama a 360° su Alpi, prealpi, laghi e Brianza.  Ci sono varie vie alternative per il rientro quella più varia ed interessante scende lungo il sentiero n° 32 sul versante est verso la Bocchetta di Desio al bivio scendere a destra per il sentiero n° 33 che attraverso il bosco piega a sinistra fino a raggiungere la strada asfaltata per Morterone. Risalendo la strada (a sinistra) per circa 1.500 metri, s’incontra a destra, prima della galleria della Forcella di Olino, il sentiero n° 17 lo s’imbocca badando al vicino bivio di prendere a destra il sentiero n°21. Quest’ultimo con un lungo falsopiano a mezzacosta su un pendio a volte boscoso e a volte erboso porta ai Piani d’ Erna da dove in funivia e autobus si raggiunge la stazione di Lecco.
L’intera attraversata si compie in circa h 6 equamente suddivise tra salita e discesa. Non ci sono fonti perenni.

Escursione n. 37: Monte Orfano
Verbania Pallanza
Treno da Centrale h 1,30.
Quota massima m 900.
Dislivello circa m 600.
La cima del Monte Orfano che si erge isolato nella piana del Toce all’imbocco della val d’Ossola si può raggiungere sia dalla stazione di Verbania-Pallanza che da quella di Morgozzo, è possibile effettuare un percorso anulare che si compie in circa h 5.  Dalla stazione di Verbania-Pallanza si percorre un breve tratto di strada asfaltata fino a Montorfano, antico centro della lavorazione della pietra caratterizzato da una notevole chiesa romanica. Qui parte il sentiero contrassegnato dal n° A56 ben segnato, sassoso a tratti impervio esposto per lo più a est. Il tracciato è interamente nel bosco ma un paio di belvedere consentono una vista panoramica sul lago Maggiore. La cima piuttosto ampia è parzialmente alberata ma il panorama spazia a 360° su Alpi, laghi d’ Orta, Maggiore e Mergozzo, dei lastroni di pietra esposti a mezzogiorno si prestano per una comoda sosta.  La discesa si sviluppa lungo la strada militare che in lieve pendenza compie un ampio giro da sud a ovest in un bel bosco di latifoglie fino all’abitato di Morgozzo da cui con il cosiddetto sentiero azzurro, costeggiando l’omonimo lago, ci si ricollega all’itinerario di partenza.
L’anello può naturalmente essere effettuato anche in senso opposto (antiorario) o evitando il sentiero azzurro di collegamento tra Mergozzo e la stazione di Verbania-Pallanza.  Lungo tutto l’anello sono visibili importanti manufatti, per le attività estrattive nei pressi della cava di granito e militari sulla cima e sul versante ovest. Il Monte Orfano per la sua posizione dominante sulla val d’Ossola era un punto strategico della linea difensiva Cadorna, le opere, ancora in buono stato o restaurate, sono state realizzate agli inizi del ‘900 .

Escursione n. 38: Pizzoni di Laveno
Laveno (VA)
Treni da Cadorna via Varese e da Garibaldi con cambio a Gallarate h 1,30 circa.  Dalle stazioni FN e FS all’inizio del sentiero rispettivamente circa 10’ e 20’, Si raggiunge il centro nei pressi del lungolago poi proseguire lungo la statale per poche decine di metri prima d’imboccare i vicoli che sulla destra s’ inerpicano fin’oltre il municipio.  Quota massima m 1.100.
Dislivello m 900.
L’intera escursione che da Casere compie un anello si effettua in circa h 5 / 5,30 Nei pressi del municipio un segnavia indica la direzione Casere che si raggiunge su una ripida carrareccia selciata in circa h1,20’. Il tracciato, lasciate le ultime case di Laveno, si snoda in un rado bosco esposto a est. A Casere seguire il segnavia AV giallo-verde a sinistra, il breve sentiero s’innesta su una strada asfaltata che si percorre per poche centinaia di metri, si segue quindi il segnavia sulla sinistra. Il sentiero sale inizialmente con una pendenza media in un boschetto quindi raggiunta la cresta diviene sempre più ripido e impegnativo tanto che in alcuni punti bisogna aiutarsi con le mani per superare le rocce affioranti.
La cima del primo Pizzone, contrassegnata da una croce, è un fazzoletto di prato e rocce a strapiombo sul lago Maggiore la vista a 360° è incomparabile: prealpi, laghi, e l’intero arco delle Alpi occidentali; vale senz’altro la pena sostare qui cercando di ritagliarsi un piccolo spazio per riposarsi e consumare il proprio pranzo. Più avanti il panorama non sarà più così aperto.
Per il ritorno si prosegue in cresta con frequenti saliscendi fino al monte Teggia da dove inizia la discesa al passo di Cuvignone. Da qui c’è la possibilità di raggiungere il monte Crocetta e il monte Nudo seguendo l’anello della Valcuvia. Percorrendo invece una cinquantina di metri di strada asfaltata si nota un paletto segnavia da cui ha origine il panoramico e bel sentiero che tra fitti cespugli di ginepro scende sul versante meridionale in direzione di Vararo.
La frazione di Vararo, che si scorge poco più a valle del passo di Cuvignone, è servita da una strada asfaltata abbastanza frequentata da gitanti domenicali diretti nelle diverse trattorie della zona.
Da qui è possibile raggiungere Casere e ritornare a Laveno per il sentiero dell’andata oppure scendere a Cittiglio per un sentiero ombroso e poco frequentato al termine del quale c’è ancora 1 km prima di arrivare alla stazione.
Non ci sono fonti lungo l’itinerario.

Escursione n. 39: Rifugio Menaggio
Varenna (CO)
Treno da Centrale circa h 1
Quota massima m1.400
Dislivello m 650 circa.
Da Varenna prendere il battello per Menaggio quindi il bus n° C13 per Breglia frazione di Plesio.
Dalla fermata dell’autobus salire lungo la carrozzabile dove un segnavia indica il rifugio Menaggio, dopo il lavatoio prendere a destra un sentiero che poco oltre taglia la strada che sale ai monti di Breglia. In corrispondenza di un traliccio procedere sempre a destra fino a raggiungere una teleferica, seguendo il tracciato si perviene ancora sulla strada che si percorre per un centinaio di metri per poi attraversare un prato sulla sinistra, un ultimo attraversamento della carrareccia precede un’area da pic-nic dove una fonte consente di rifocillarsi al cospetto di un bel panorama sul lago.
Ora il sentiero s’immette in un bosco, attraversa un parcheggio e prosegue decisamente fino a un bivio; ambedue i sentieri conducono al rifugio quello a sinistra forse più panoramico prende quota tra betulle e ginestre supera il bivio per S. Amate (a destra) e in costa, costantemente sul versante sud-est della montagna, raggiunge il rifugio Menaggio (tel. 3883494812-034437282 www.rifugiomenaggio.eu aperto il sabato e la domenica).  Già qui la vista sul lago di Como è una delle più spettacolari con le Grigne e i monti del lario che fanno da contorno, salendo ancora 15’ / 20’ lungo un sentiero a sinistra del rifugio al Pizzo a Coppa il panorama si apre anche sulla catena alpina occidentale e sui laghi Piano e di Lugano, spettacolare.
Dal rifugio partono sentieri diretti al Monte Grona ( h 1.20) la cui cima rocciosa incombe sopra il rifugio o al più lontano monte Bregagno (h 2) passando per la cappelletta di S.  Amate (h 1).
L’itinerario salita e discesa si compie in circa h 4 / 4,30.  I servizi di autobus tra Menaggio e Breglia non si effettuano la domenica. Alle h 18 c’è un bus da Breglia in coincidenza con un battello per Varenna dove arriva alle h 18.35.  Da Menaggio, in alternativa al percorso dell’andata, si può rientrare a Milano via Como con aliscafo o bus.

Escursione n. 40: Palanzo-Asso
Como
Treno da Cadorna h 1 o da Centrale 40’.
All’esterno della stazione delle FN, .sulla destra c’è la fermata dell’autobus per Palanzo (solo feriale 40’) alle h 9.24, oppure di fronte alla stazione FS di S. Giovanni alle h 9.10.  Quota massima m 1.400.
Dislivello circa m 900.
Palanzo si trova a circa 500m di quota, ultima frazione di Faggeto Lario comune del versante orientale del ramo di Como.
Seguire il segnavia per la Madonna del Soldo (20’) e per le Bocchette di Palanzo (h 2 ), salendo tra le case del borgo si passa davanti ad una cappelletta e ad una fontana, si percorre v. Pisciola, quindi v. Palanzone. Una ripida salita facilitata da un corrimano sbocca sul ponte che supera il torrente, a destra il segnavia (sentieri n°1 e n°2) indica il cammino per le bocchette di Palanzo e di Sciff. Il percorso in parte su acciottolato in parte su mulattiera parzialmente rivestita in cemento, si sviluppa con media pendenza tra boschi di castagni e faggete.
Alla quota di 815 metri un bivio con segnavia indica a sinistra le Bocchette di Nesso e a destra le Bocchette di Palanzo e il rifugio Riella dal quale si è a circa metà strada.  Il rifugio si trova a 1.200 m sul versante ovest del monte Palanzone la cui cima è circa 200 metri più in alto raggiungibile con un ripido sentiero. La vista dalla vetta è aperta a 360° pertanto il panorama, nelle giornate limpide, spazia su tutto l’arco alpino, prealpi, laghi e pianura. Una specie di cippo-piramide di pietra recintato da muretti è un buon punto dove sostare per rifocillarsi e ammirare il paesaggio.  Se si vuol rinunciare alla salita sulla vetta un sentiero aggira ad ovest la montagna per portarsi sulla dorsale lariana. dopo alcuni saliscendi in ambiente prevalentemente privo di alberi si giunge, proseguendo sempre verso nord, alla Colma di Sormano, località caratterizzata da un osservatorio e servita da una carrozzabile.  Vari sentieri scendono dalla dorsale sul boscoso versante orientale (quindi a destra) per Sormano, Caglio, Rezzago, Asso. Alcuni bus nei giorni feriali fanno servizio da Caglio, Sormano per la stazione FS di Asso.
Dalla cima del Palanzone si scende qualche decina di metri e si prende il crinale orientale seguendo il sentiero n° 30, circa 200 m più a valle s’incontra un cippo con una Madonna e un segnavia che indica la direzione Enco-Asso. Si procede nel bosco fino alla Bocchetta di Vallelunga a quota 900 metri al bivio prendere la mulattiera a sinistra per Asso e ignorare quella che a destra porta al foro francescano e a Caslino. Perdendo quota s’incontrano altri due bivi segnalati: il primo porta a sinistra a Caglio, il secondo, dopo un bel castagneto sempre a sinistra a Rezzago.
Si prosegue riprendendo leggermente quota per la località di Enco e quindi il rifugio Marinella, raggiungibile anche da una scorciatoia sulla destra segnalata in bianco – rosso sui tronchi dei castagni. Superato il rifugio si incontra nuovamente un bivio, prendere il tracciato in discesa a sinistra che conduce in vista del ponte Oscuro sul Lambro ad Asso.  Per arrivare più rapidamente alla stazione prima del ponte seguire a destra via Lazzaretto, poi via Valsecchi e superata una piazzetta via Gramsci al termine della quale un ponte pedonale conduce direttamente alla stazione FN.
Punti di ristoro nei rifugi .
L’attraversata si percorre in h 5 / 6, può essere effettuata anche in senso inverso. In mancanza di bus che da Asso salgano fino a Sormano-Caglio l’escursione ha inizio dalla stazione FN (a quota m 450 circa).

Escursione n. 41: Monte Falò
Stresa (VB)
Treni da Centrale h 1,20
Da Stesa ci sono nei giorni feriali alcuni bus per Gignese (circa 30’). Fermata all’esterno della stazione FS.
Quota massima m 1.080.
Dislivello m 850 (da Gignese m 400).
Da Stresa andata e ritorno circa h 6.
Usciti dalla stazione andare a destra seguendo la massicciata ferroviaria fino al secondo sottopasso ferroviario che s’imbocca per poi svoltare alla prima strada a sinistra e dopo circa m 100 la prima a destra; sull’angolo è visibile il segnavia VL5 per Vezzo-Gignese.  Si sale dolcemente su un ampia carrareccia in un bel bosco i faggi, seguendo sempre i segnavia bianco-rossi dopo circa h 1,20 si sbuca sulla provinciale nell’abitato di Vezzo.  Da qui è inevitabile proseguire per circa km 5 su strada asfaltata fin dopo il ponte sul torrente Agogna.
Si costggia il golf club, si attraversa il centro di Gignese con il suo originale museo dell’ombrello, si supera il ponte sul torrente Erno ignorando i segnavia a sinistra e a destra,appena oltre il secondo ponte (sul torrente Agogna) prendere la carrareccia sulla destra. Un poco evidente segnavia in legno indica alpe Torona che si raggiunge in circa 40’ di dolce salita nel bosco. L’alpeggio è un posto gradevole, soleggiato e panoramico ma non paragonabile alla cima del monte Falò che si nota poco oltre il bosco. Per raggiungerla c’è una strada molto lunga in leggera salita che aggira la montagna, se volete sbrigarvela più in fretta,tirate dritto nel rado bosco in 20’ sbucherete sui pendii prativi che circondano la vetta, in realtà un ampio crinale erboso a schiena d’asino che si allunga per 500/600metri. Vista a 360° su uno dei più bei panorami delle prealpi: Alpi, laghi, colline, pianura e nelle giornate limpide anche gli appennini tutto ciò ripagherà della noiosa camminata sull’asfalto.
Il monte Falò è raggiungibile anche da altri versanti ed è collegato ad alpeggi e cime della zona.
Non ci sono fonti né rifugi.
Non esitate a fare l’autostop nel tratto asfaltato, ciò può far risparmiare un paio d’ore di marcia.
Alternativa: treno per Arona poi bus per Borgomanero con cambio in coincidenza per Ameno da dove inizia la salita al monte Falò.

Escursione n. 42: Monte Megna
Asso (CO)
Treno da Cadorna h 1,25
Dalla stazione fino all’inizio del sentiero, circa 30’ quindi h 1,30 per la cima.
Quota massima m 1.050.
Dislivello m 600.
Dalla stazione ferroviaria si raggiunge la statale che si segue fino al centro di Asso, oltrepassato il quale, si prosegue in direzione nord (Lasnigo). A monte della statale parte il sentiero che sale dolcemente tra i boschi fino ai prati che precedono la cima sempre sul versante meridionale della montagna. Prima la mulattiera si dirige in direzione est poi giunti a un trivio ormai fuori dal bosco, si prende il tracciato a sinistra La vista dalla vetta è abbastanza aperta sulle montagne del triangolo lariano e su una porzione del lago di Como. Non c’è molto spazio per sostare anche perchè la sommità è occupata da un cippo di pietra con relativa croce. Il ritorno può essere effettuato in circa h 2 / 2,30 seguendo in direzione nord il sentiero che attraversando un bel bosco conduce alla Conca di Crezzo (m 800). Il percorso inizialmente è un saliscendi su una dorsale, quindi inoltrandosi nella parte più fitta del bosco taglia il versante orientale con un tracciato di media pendenza spesso coperto da fitto fogliame. Arrivati ad un bivio prendere la mulattiera a sinistra in breve si raggiungerà l’area prativa che si estende attorno ad uno stagno dove è presente anche una trattoria. Questa è la Conca di Crezzo.  Da qui una stradina asfaltata che costeggia il torrente Lambrello s’ immette dopo circa 45’ di marcia nella statale della Valassina nelle vicinanze della interessante chiesa romanica di S. Alessandro originaria dell’XI secolo (aperta la domenica). Lasciata la chiesa non resta che seguire per circa 1km la trafficata statale fino alle prime case di Asso dove imboccando il primo vicolo a destra si raggiunge il centro e poi la stazione.

Escursione n. 43: Sestri Levante – Moneglia
Sestri Levante (GE)
Treno da Centrale h 2,30 / 3
Quota massima circa m 400.
Dislivello m 400.
Dalla stazione FS raggiungere la via centrale di Sestri L. che taglia il centro storico, grosso modo a metà seguire i segnavia in corrispondenza di un carrugio a sinistra. Il sentiero fino a Riva Trigoso è molto piacevole anche se attraversa parzialmente zone abitate, sale dolcemente nella macchia a ridosso della costa fino a punta Manara, segnata dai resti di una torre, da dove si gode un bel panorama sul mare, da qui inizia la discesa.  L’attraversamento di Riva è un po’ noioso, bisogna dirigersi a est dove poco dopo il cimitero, che si trova sulla strada per Moneglia, si notano, all’imbocco di una strada che sale decisamente, i segnavia (due punti rossi). La strada, inizialmente asfaltata dopo qualche centinaio di metri diventa sterrata e, lasciate le ultime case, sale dolcemente tra bassi cespugli lungo un crinale panoramico fino a punta Boffa; ora il sentiero piega verso l’interno mantenendo la stessa quota, in 10’ / 15’ si arriva ad un incrocio dove un paio di tavoli per il pic-nic offrono un buon posto per una sosta tra sole e ombra.  Il sentiero per Moneglia (contrassegnato da un punto e un tratto rosso) piega a destra ed è abbastanza visibile in quanto taglia la montagna in un lungo falsopiano che attraversa la Vallegrande; il paesaggio è molto selvaggio, la macchia è fitta e pian piano nuovi pini stanno crescendo in un area che qualche anno fa’ è stata devastata da un vasto incendio. Il mare è sempre giù 400 metri più in basso, la vista aperta e spettacolare, i profumi inebrianti.
Ignorando i sentieri che a sinistra salgono sulle cime sovrastanti del monte Moneglia e Comunaglia e a destra scendono a picco sul mare si prosegue in piano fino a che si scorge l’abitato di Moneglia. Da qui si perde quota rapidamente, raggiunte le prime case si tenga la sinistra per raggiungere la stazione.
Il semaforo all’ingresso della galleria consente di fare facilmente l’autostop per il ritorno a Sestri L.
Da Moneglia i sentieri costieri proseguono lungo il litorale verso Deiva-Framura e le Cinqueterre, considerare h 2 / 2,30 per ogni tappa ulteriore servita dalla ferrovia.  Non ci sono fonti né punti di ristoro lungo l’itinerario, dopo le piogge s’incrociano alcuni ruscelli.

Escursione n. 44:  Monterosso – Levanto – Framura
Monterosso (SP)
Treno da Centrale h 3
Quota massima m 400 circa.
Dislivello m 800 circa.
Uscendo dalla stazione girare a destra e seguire il lungomare fino al termine della strada (10’), sempre a destra si noterà a lato del circolo velico una scalinata in pietra che sale sul ripido pendio tra le case della frazione di Fegina sfiorando in alcuni punti la strada asfaltata. Il sentiero dal fondo molto sconnesso, lasciate le ultime case, s’inoltra con forte pendenza nella macchia e in breve raggiunge la dorsale che si segue con un traverso fino a un incrocio. Per Levanto il tracciato più panoramico procede in falsopiano sul litorale mantenendosi sempre in quota, un seconda sentiero raggiunge Levanto salendo per poche decine di metri a destra verso l’entroterra, prendendo a sinistra, sempre in piano, in 10’ si arriva a punta Mesco, ineguagliabile belvedere sulle Cinqueterre, a picco sul mare. Tra olivastri e lecci si ergono i resti dell’antica chiesa di S. Antonio e di un edificio militare abbandonato che meriterebbe di essere riqualificato per uso turistico.  Continuando il cammino per Levanto s’incontra un punto di ristoro abbarbicato sul versante scosceso della montagna poi solo natura selvaggia fino alla prima tappa dell’escursione. Si può attraversare Levanto passando dalla piazza o lambendo il centro abitato percorrendo il lungomare, fate attenzione a scendere nel punto dove il pendio si avvicina al mare.
Da pochi anni le gallerie del vecchio tracciato ferroviario sono state riutilizzate ad uso ciclopedonale collegando Levanto a Framura, il nostro itinerario prevede però un percorso in quota; infatti, abbandonato il lungomare, si sale lungo i dolci declivi ancora piuttosto spogli a causa di un incendio di alcuni anni fa’, fino alla località di Scernio.  Qui si attraversa la strada provinciale: a sinistra il largo sentiero pavimentato scollina verso Bonassola a destra passando tra alcune case prosegue in piano a mezzacosta offrendo begli scorci sull’abitato e sulla baia di questa appartato centro balneare. Si perde un po’ di quota in prossimità di una valletta superata la quale ci s’immette per un breve tratto sulla strada asfaltata che sale a S. Giorgio. Il sagrato dell’omonima chiesa offre una bella vista e un buon posto dove sostare. Superate le poche case della frazione la comoda mulattiera procede nel bosco in direzione di Montaretto dove nuovamente il tracciato si affaccia al mare, un sentiero a sinistra nella pineta riporta a Bonassola aggirando la montagna, proseguendo si lasciano l’abitato e la trattoria del circolo ARCI, poco più a monte, e si prende uno sterrato che scende abbastanza dolcemente lasciandosi alle spalle le balze coltivate per attraversare un’ area sempre più selvaggia di macchia. Si procede quindi su un sentiero che si fa via via sconnesso e ripido fino alle prime case di Framura.  Per la spiaggia di Porto Pidocchio c’è un sentiero scalinato che scende a mare. Per la stazione si prosegue sulla strada asfaltata. Ma forse Framura merita anche una visita e allora inoltratevi tra carrugi e scalinate che collegano le tre frazioni di questa inconsueta e affascinante località ligure, sedetevi su una panchina o al tavolino di un bar e godetevi questo incantevole posto.
L’intera attraversata si compie in circa h 5. Va da sé che è possibile interromperla alle stazioni intermedie; i treni intercity per Milano fermano solo a Monterosso e Levanto.

Escursione n. 45: Sacromonte
Varese
Treno da Cadorna e da Garibaldi h 1,20 / h 1 circa
Autobus n° C nei pressi dell’ edicola (biglietti) tra le due stazioni, in circa 20’ arrivo alla Via Sacra da dove ha inizio l’ escursione che in h 2,30 conduce alla Cima di Mezzo.  La linea C prosegue la corsa per la funicolare e a volte arriva fino al Sacromonte dove una navetta fa servizio per la pensione Irina (circa h1,15 dalla stazione ferroviaria).  Quota massima m 1.150.
Dislivello m 750 circa.
Vari bar e ristoranti al Sacromonte e a Campo dei Fiori (pensione Irina).  Bella strada acciottolata che sale a larghi tornanti toccando le stazioni della via crucis, importante esempio d’ arte tardobarocca , patrimonio dell’umanità, dopo circa 40’ di cammino (che potrebbero essere di più se ci si sofferma ad ammirare le opere scultoree di rara bellezza) si attraversa il pittoresco borgo del Sacromonte fino al posteggio del bus da lì seguire per una ventina di metri la strada asfaltata, sulla destra si trovano vari segnavia.  Imboccare il sentiero che con pendenza media sale nel rado bosco fino ad un’ area monumentale, proseguire in direzione del grande albergo liberty, da tempo abbandonato, opera dell’ architetto Mezzanotte, s’incontrerà sul cammino un bivio, seguire il sentiero di destra che scollina verso la Valcuvia. Proseguendo ora in discesa dopo una ventina di minuti ci si imbatte in un altro bivio a sinistra si procede verso il paese di Orino aggirando a nord la montagna, a destra si scende nella località di Brinzio da cui in bus (solo nei giorni feriali) si ritorna a Varese.
L’area monumentale a monte del Sacromonte è un buon punto panoramico sui laghi del varesotto e offre anche, nei pressi, dei confortevoli angoli per la sosta.  L’intera attraversata si compie in circa h 4.

Escursione n. 46: Monte Bolettone
Como
Treno da Cadorna-Garibaldi-Centrale
5’/ 30’ rispettivamente da Como lago e da Como S. Giovanni alla partenza della funicolare per Brunate, la domenica un minibus navetta, sempre affollato porta fino, a S.  Maurizio termine della strada asfaltata.
Da Brunate alla cima del Bolettone circa h 2,30.
Quota massima m 1.300.
Dislivello m 600 in salita e 1.000 in discesa.
Dalla stazione della funicolare si attraversa l’abitato seguendo stradine lastricate e poi un sentiero acciottolato che, salendo dolcemente, costeggia antiche case di villeggiatura, dopo circa 20’, 30’ si arriva nella piazzetta-parcheggio di S. Maurizio. Qui ha origine una strada sterrata inizialmente pianeggiante e poi in leggera salita che collega una serie di quattro baite-trattorie dotate di sale e terrazze (all’ultima altri 40’ circa).  Ora si cammina decisamente sul crinale, il sentiero principale (estivo) procede aggirando a nord il Boletto, un altro sentiero, pianeggiante, stretto e panoramico segue a sud il contorno della montagna tagliando ampi e ripidi prati per ricongiungersi al primo al successivo crinale; poco oltre si ripropone la medesima alternativa in un alternarsi di saliscendi fino alla vetta del Bolettone.
Dalla cima vista panoramica a 360° (una tavola orografica consente di riconoscere le principali vette di Alpi e prealpi) .
La montagna è parecchio frequentata e la cima non offre molto spazio per cui può essere conveniente sostare sui prati che la precedono.
Procedendo per altri 30’ si arriva alla capanna Mara.  Lungo tutto il percorso si incontrano vari sentieri che scendono lungo ambedue i versanti, che offrono varie possibilità per il rientro le alternative più interessanti sono le seguenti:
1)            discesa alla Piana del Vicerè e quindi ad Albavilla da dove in bus si raggiunge la stazione di Erba, il sentiero ha inizio poco oltre la cima del Bolettone e scende sulla destra in direzione sud fino ad incontrare la carrareccia proveniente dalla capanna Mara quindi proseguendo nel bosco si giunge in breve alla piana del Vicerè, nelle vicinanze della trattoria dei cacciatoriil sentiero prosegue per Albavilla e per Erba. 2) Discesa a Erba o a Caslino d’ Erba, dal B. si prosegue in cresta fino alla capanna Mara dove due segnavia indicano i percorsi ambedue in fitti boschi, il secondo in periodo invernale, essendo esposto a est, può risultare molto buio, i tracciati non sono sempre ben evidenti.
3)            Discesa a Faggeto Lario - Como, dirigersi verso la capanna Mara e quindi proseguire sul versante nord verso il rifugio Riella ad un bivio ben segnalato una larga mulattiera conduce in falsopiano a nord lungo l’ alta via del triangolo lariano, mentre un bel sentiero in buona parte acciottolato scende compiendo un ampio arco lungo la valle che aprendosi a ovest porta a Faggeto Lario.
Tra le tre alternative questa è dal punto di vista climatico, ambientale e paesaggistico la più bella sebbene comporti un trasferimento in autobus fino a Como i cui 20’ dichiarati possono più che raddoppiare nelle domeniche di bel tempo.

Escursione n. 47:  Samolaco - Sorico
Samolaco (SO)
Quota massima circa m 500.
Dislivello circa m 300.
Treno da Centrale con cambio a Colico, circa h 1.45
Dalla stazione di Samolaco bisogna percorrere per circa 3 km una strada asfaltata fino all’ abitato di Casenda (gli autobus sono assai rari e difficilmente in coincidenza con i treni). Da qui seguire sulla sinistra l’ indicazione per S. Giovanni , S Fedelino. L’ intero percorso si compie in circa h 4,30.
La strada inizialmente asfaltata in breve si trasforma in una sterrata pianeggiante che s’ inoltra nel bosco e in pochi minuti raggiunge i resti della chiesa romanica di S. Giovanni, il sentiero ora sale leggermente sulla destra per poi proseguire in falsopiano in parte nel bosco e in parte in radure parallelamente al fiume Mera di cui colgono alcuni scorci. Un bivio ben segnalato offre la possibilità di proseguire lungo il fiume per S. Fedelino, singolare chiesina romanica ben restaurata, affacciata sul lago di Novate Mezzola, e poi risalire il ripido pendio fino a raggiungere il sentiero che dal bivio, sulla destra, prende quota dolcemente. Se si sceglie questa seconda opzione non tralasciate d’ imboccare per un centinaio di metri il sentiero che in piano proviene da S. Felicino, un belvedere a picco sul lago si apre su un sorprendente panorama di acque e montagne verdi.  I due itinerari si ricongiungono quindi in un unico sentiero che sale decisamente nel bosco per una buona mezz’ ora fino ad un radura panoramica che corrisponde alla quota più elevata dell’ escursione. Qui tra eriche bianche e rosa, pini, ginepri, betulle e castagni affiorano delle rocce dove si può comodamente sostare al sole e godersi la vista sul lago, il pizzo Badile e il Legnone.
Il sentiero ora sempre in discesa s’ inoltra nuovamente nel bosco supera un paio di corsi d’ acqua e in circa h 1 raggiunge l’ abitato di Descio alle porte del quale un altro belvedere attrezzato con tavoli e panchine consente una interessante veduta aerea dell’ area protetta del Pian di Spagna e del laghetto di Descio..
La gita potrebbe anche terminare qui, percorrendo la strada lungo il fiume fino a raggiungere, appena oltre il ponte sulla sinistra, la fermata degli autobus per Colico (linea Como-Colico).
Per Sorico, bisogna contare ancora h 1 di cammino in realtà poco significativo se non fosse per la bella chiesa con annesso cimitero di S Miro da dove si gode un ultimo bel panorama sul lago di Como.
La fermata dei bus è nella piazzetta di Sorico di fronte alla chiesa. Per Colico circa 20’ di viaggio.
Fonti d’ acqua nei centri abitati.

Escursione n. 48: Alpe Colmenacco
Como
Treni da Cadorna, Garibaldi e Centrale, circa h 1.
Da Como fermate bus per Bellagio nei pressi delle stazioni. Circa 40’ per Nesso.
Quota massima m 950 circa.
Dislivello m 700 circa.
Alla fermata del bus a Nesso un pannello mostra una mappa dei sentieri zona. Ma prima di incamminarsi per l’alpe Colmenacco non perdetevi la vista dell’orrido di Nesso, una profonda gola scavata dal torrente, che si getta impetuoso nel lago di Como.  Un evidente segnavia indica la direzione della salita che si snoda tra i vicoli del paese sulla sinistra, poi si attraversa la provinciale per Zelbio e s’imbocca via monte Colmenacco una stradina in salita dal fondo parzialmente in cemento. Si faccia molta attenzione, dopo la curva, a 60/70 metri dall’inizio della via uno stretto sentiero erboso, malamente segnalato in bianco-rosso su un muro a secco ricoperto da vegetazione, si dirama in piano sulla sinistra seguitelo fino a superare nuovamente la provinciale. Il sentiero prende ora a salire decisamente lasciandosi alle spalle le ultime case inoltrandosi nel bosco. Il fondo inizialmente selciato diverrà via via sempre più sconnesso: pietre instabili, rami, spessa coltre di foglie secche, ma fortunatamente la fatica sarà ripagata dall’ameno alpeggio che si estende a monte della baita, per la verità anch’essa in cattive condizioni.
La vista sul lago è superba e spazia fin quasi a Como, l’esposizione a sud-ovest consente di godesi il sole fino al tramonto.
Dall’ alpeggio una strada forestale sale fino al crinale dove ci si addentra in un bel bosco che ricopre il versante nord-ovest della montagna, proseguendo si congiunge con la provinciale per Zelbio-Pian del Tivano.
Un sentiero si dirige in direzione nord per poi scendere alla località lacustre di Lezzeno.  Prima di giungere nel centro del paese il sentiero incrocia la strada regia con la quale si può rientrare a Nesso. Altri conducono alla sommità dei monti circostanti o a Nesso per vie meno praticabili.
Non ci sono fonti d’acqua potabile né rifugi.
L’ escursione si compie tra andata e ritorno in circa h 4.

Escursione n. 49  Motta Rossa
Lesa (VB) 
Treni da Centrale e Garibaldi h 1,30.
Quota massima circa m 700.
Dislivello circa m 500.
Scendendo dalla stazione a destra e poi a sinistra si scorgono due pannelli che illustrano gli itinerari della zona, è utile memorizzarli o fotografarli in quanto il percorso è carente di segnavia.
Si attraversa l'abitato di Lesa oltrepassando la ferrovia seguendo il sentiero V2 e V3 che sale nel bosco fino ad incrociare la strada che si segue fino a Calogna. La strada a mezzacosta prosegue per Passere, Stresa. A monte dell'abitato di Calogna ha origine una mulattiera che s'immerge nuovamente in un bel bosco di agrifogli, rovelle e più in alto betulle, la pendenza è moderata e l'esposizione a est.
Avvicinandosi alla sommità della Motta Rossa ci s'imbatte nelle ampie radure del campo da golf che costringono il sentiero a una innaturale deviazione a sinistra, quindi si prosegue in leggera salita ai margini di un rado bosco tenendo il green sulla destra.
In prossimità della cima si avvista una recente urbanizzazione che sfregia irreparabilmente la montagna oltre ad interrompere il sentiero; pertanto, al momento, per raggiungere la croce che segna il punto più alto della Mottarossa, bisogna aggirare a sinistra il gruppo di residenze risalendo nella vegetazione per gli ultimi metri che separano dalla meta.
La sommità consiste in un piccolo pianoro discretamente boscoso da cui è comunque possibile godere di una vista aperta verso il Mottarone e le Alpi a nord, il monte Falò a ovest, le colline e i laghi del varesotto a sud e il Lago Maggiore a est benchè quest'ultima prospettiva sia disturbata dalle case sottostanti.
Per scendere verso Stresa bisogna attraversare la proprietà e dirigersi lungo una carrozzabile in direzione nord costeggiando il campo da golf fino ad uscire dall'area recintata poco più a valle. Superato il cancello si prende a sinistra la strada asfaltata proveniente da Calogna per Passere – Stresa, si cammina in falsopiano inizialmente in una zona alberata e poi al limitare di bei prati.
In breve si raggiunge un incrocio: proseguendo in linea retta si percorre uno sterrato in mezzo ai prati per immettersi di nuovo su una strada asfaltata che scende verso il lago, girando a destra la strada tocca la frazione di Passere da cui per vicoli si raggiunge Stresa. Per la stazione bisogna percorrere un bel tratto del famoso lungolago, poi circa 200 metri all'interno.
La discesa dalla Motta Rossa a Stresa è in gran parte su strade asfaltate, non ideali per camminare ma fortunatamente non trafficate. Il vantaggio di scendere alla stazione di Stresa sta nel fatto che qui fermano tutti i treni diretti a Milano.
L'attraversata si compie in circa h 4,30.
Non ci sono fonti né punti di ristoro se non nei centri abitati.

Escursione n. 50: S. Tomaso
Valmadrera (LC)
Treno da Centrale con cambio a Lecco o da Garibaldi h 1,30 Dalla stazione di Lecco bus per Valmadrera circa 20’.  Quota massima m 600.
Dislivello m 400.
Dalla piazza della chiesa prendere la strada di fronte e quindi la seconda a destra segnalata da un segnavia, direzione Sasso di Preguda, si procede ora dritti su una mulattiera che taglia per due volte una strada asfaltata per poi salire decisamente, dopo un breve tratto dal fondo in cemento, la pendenza diminuisce e il tracciato piega verso destra (nord).
Dopo una fonte ci s’imbatte in un bivio, seguire la mulattiera a destra che in breve guadagnerà un ameno poggio con rade betulle e pini affacciato sul lago e sulle impervie cime che sovrastano Lecco e gli insediamenti limitrofi. Un grosso masso erratico di serizzo dà il nome a questo sito caratterizzato anche dalla presenza della chiesina di S.  Isidro. Per questa prima tappa prevedere circa h 1,20 di cammino.  Alle spalle della roccia prendere il sentiero ‘Elvezio’ che con diversi saliscendi taglia a mezzacosta le pendici del monte Moregallo, delle catene ancorate alla roccia facilitano la salita nei punti critici. Proseguendo s’incrocia sulla sinistra il sentiero n °5 proveniente da Valmadrera e poco dopo si scollina alla Forcellina nel vallone successivo che si percorre sempre a mezzacosta fino a raggiungerne il fondo in località Sambrosera. Qui ci sono dei tavoli per il pic-nic, una fonte e anche tanta ombra.
Da questa tappa intermedia è possibile interrompere l’escursione scendendo direttamente a valle con il sentiero n° 7.
Lasciata alle spalle Sambrosera il sentiero n° 5 sale leggermente e continuando in piano tra boschi, in circa 40’ è in vista dell’agglomerato di rustici e della chiesina di S. Tomaso che dà il nome alla località.
Il bel pianoro è un naturale belvedere sulle montagne del lecchese e sui laghi briantei, non mancano confortevoli angoli dove sostare compreso il posto di ristoro all’interno del cascinale.
Per la discesa si deve ritornare sui propri passi fino ad incontrare sulla destra la carrareccia che in circa h 1 conduce a Valmadrera.
L’escursione si compie in circa h 4.

Escursione n. 51: Monte Derta
Porto Ceresio (VA)
Treno da Garibaldi e Cadorna, fino al completamento della nuova linea ferroviaria, bus navetta di fronte alla stazione FS di Varese, circa h 1,45.  Quota circa m 700.
Dislivello circa m 500.
Dalla stazione treni/bus di Porto Ceresio proseguire lungo la provinciale in direzione ovest per Brusimpiano seguendo il segnavia E1, (10’ / 15’). Il sentiero inizia da una stretta scalinata chiusa tra due case, circa h 2 / 2,30 per arrivare a destinazione.  Il primo tratto del sentiero è infestato da rovi che rendono la salita poco agevole, poi si allarga e prosegue con pendenza media nel bosco, il fondo in parte acciottolato in parte sassoso. Già dopo i primi minuti di cammino si notano i manufatti militari (trincee, bunker) costruiti nei primi anni del novecento per difendere il territorio italiano da un eventuale attacco nemico, essi fanno parte della cosiddetta ‘linea Cadorna’ che interessa buona parte delle prealpi del varesotto confinanti con la Svizzera.  Dopo circa 40’ di marcia si raggiunge un strada asfaltata che si segue per circa 1 Km attraverso l’ abitato di Cuasso al Monte, ad un bivio si segue il segnavia E1 sulla destra, superate le ultime case la carrareccia si inoltra nuovamente nel bosco fino ad una edicola e una fonte nei pressi di un piccolo alpeggio. Poco prima un segnavia indica sulla destra l’ ultimo tratto del percorso che in 10’ minuti conduce al Monte Derna , più precisamente all’ unico punto panoramico e soleggiato: il Sasso Paradiso. La roccia affacciata sul ramo occidentale del lago di Lugano consente una vista di 180° sulle Alpi svizzere e un luogo di sosta più confortevole del rudimentale tavolaccio lì a fianco.  Ritornati all’ edicola evitare la carrareccia che prosegue in leggera discesa e imboccare sulla sinistra quella in salita , dopo un centinaio di metri s’ incontra un segnavia contrassegnato dalla sigla SC. A sinistra in direzione bocchetta di Stivione si ritorna all’ abitato di Cuasso al Monte, volendo allungare il percorso di rientro, proseguire in falsopiano sulla destra in direzione forcella dei Frari. Poco oltre la forcella di Stivione un bel prato circondato da un’ abetaia offre una buona alternativa per una sosta.  L’ intero circuito si compie in h 4 o 5 a seconda dell’ itinerario; 3 o 4 fonti sono presenti lungo il percorso.

Escursione n. 52: Varenna – Dervio
Lecco
Treno da Centrale h 1
Quota massima circa m 400.
Dislivello circa m 200.
Dalla stazione di Varenna-Esino bisogna raggiungere, risalendo in direzione nord, l’agglomerato di case a schiera di recente costruzione, uno sfregio difficilmente risanabile su uno dei più bei versanti del lago di Como. Terminata qui la strada inizia il sentiero che, in parte nel bosco e in parte affacciandosi su frutteti e terrazzamenti a prato, taglia la montagna a mezzacosta in un continuo saliscendi con un’esposizione costante a ovest.  S’incontrerà dapprima un’edicola, più avanti i resti di un’antica teleferica che serviva le cave di marmo nero, poi dei ruderi di edifici la cui origine risale all’epoca medievale.  Giunti a un bivio prendere il sentiero sulla destra che poco dopo s’immette nella carrozzabile per Gittana la cui piazzetta di fronte alla chiesa offre un bellissimo panorama sul lago. Il sentiero prosegue in media salita poco più a valle di un gruppo di case; rientrando nel bosco, ci s’imbatte nella dismessa funicolare che un tempo serviva il centro idroterapico di Rogledo. In un alternarsi di radure e zone boscose si arriva ad incrociare la statale della Valsassina.
Si attraversa il ponte sul torrente Pioverna che dà origine al famoso orrido di Bellano, una cupa spaccatura nella roccia percorribile su esili passerelle a picco sul baratro (visite a pagamento).
Si lascia la cittadina di Bellano seguendo la scalinata che sale a fianco del cimitero dirigendosi in direzione Lezzeno, dove si erge l’austero santuario tardobarocco. Oltre quest’ultima frazione il sentiero costeggia brevemente la strada di Vendrogno per attraversare, subito dopo, una valletta dove si può notare una fonte tra alcuni rustici,la valle dei Mulini, evitare il sentiero che sale dritto a Noceno, e proseguire a sinistra su un tracciato a tratti acciottolato con ampi terrazzamenti fino all’ultima frazione di Bellano:
Verginate, un pittoresco nucleo di vecchie case dov’è gradevole sostare e ammirare il lago in tutta la sua bellezza.
Da Verginate si scende decisamente a sinistra e poi a destra, si supera un ultimo vallone prima di riprendere il percorso che passa a valle delle case di Ronchi per dirigersi, perdendo quota, alle cascine di Chignolo. Da qui si stacca un sentiero che a destra risale a Pianezzo – Castelvedro e quindi Dervio. Proseguendo in leggera discesa parallelamente alla linea ferroviaria, che corre più a valle, si oltrepassa il ponte sul Varrone e la località di Villa da dove si guadagna rapidamente la stazione di Dervio.  L’intera attraversata si compie in circa h 5. Qualche punto di ristoro lungo l’itinerario.  L’escursione è parte del sentiero del viandante segnalato con numerosi segnavia arancioni.



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